L’inaugurazione del nuovo Ponte Genova San Giorgio non ha riportato il sereno nei rapporti fra Autostrade per l’Italia e il governo italiano.
Proprio pochi giorni dopo la riapertura del viadotto che ha preso il posto del crollato ponte Morandi di Genova, disastro che ha dato il via allo scontro fra Atlantia, società che controlla autostrade, e l’esecutivo, si è interrotta la trattativa per il passaggio di Autostrade per l’Italia allo Stato tramite Cassa depositi e prestiti.
Atlantia, controllata dalla famiglia Benetton, che aveva già concordato le modalità del passaggio, ha fatto sapere di aver rilavato “concrete difficoltà nel proseguimento positivo delle trattive con Cassa depositi e Prestiti”. I dubbi riguarderebbero il valore di mercato di Autostrade, concessionaria della maggior parte della rete autostradale italiana, e le richieste di “ulteriori impegni al di fuori di quanto rappresentato nella lettera del 14 luglio”, predisposta in base agli accordi con il governo. “Permangono – ha detto Atlantia - significative incertezze principalmente riconducibili ai contenuti, alle modalità e ai tempi di attuazione per addivenire alla conclusione degli accordi”.
Secondo l’intesa, ormai dissolta, raggiunta a luglio, le quote della società dei Benetton avrebbero dovuto passare dall’88 al 12 per cento con l’ingresso dello Stato, ma è sul valore delle quote che la trattativa si è arenata. Atlantia ha chiesto di far gestire la cessione dell’88 per cento da advisor indipendenti, mettendo Cassa depositi e prestiti sullo stesso piano di altri investitori istituzionali, oppure di scindere autostrade creando una sorta di Public company: qualcosa di molto diverso dagli accordi di luglio, che ha fatto infuriare il governo, che aveva anche minacciato la revoca delle concessioni.
Le soluzioni ipotizzate da Atlantia mirano a proteggere il capitale rappresentato dalle quote, ma rischiano di far finire autostrade non sotto il controllo dello Stato ma sotto quello di fondi internazionali, ipotesi che il governo e la maggioranza al momento non sono disposti ad accettare.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO