"Inutile sedersi a un tavolo che non funziona, con persone che il giorno prima chiudono accordi e poi cambiano idea e fanno l'opposto". A sottolinearlo sono fonti leghiste, che rilevano inoltre che così "invece di andare avanti si torna indietro" e che i 5 Stelle condannano il Sud all'arretratezza. Il ministro per gli affari regionali, Erika Stefani, spera in un ripensamento del Movimento e chiede un chiarimento sulle intenzioni, evidenziando che così si nega il principio base dell'autonomia. Il ministro ha poi precisato che "in questo momento c'è una sospensione e non è ancora stato fissato un nuovo appuntamento". "Con l'autonomia vogliamo valorizzare e responsabilizzare le Regioni. Se il meccanismo che si propone, invece, alimenta l'inefficienza e non vuole dare premialità, allora stiamo ragionando su piani completamente diversi". "Se in materia di istruzione - spiega ancora Stefani - si nega la possibilità che una Regione con risorse proprie possa fare un'offerta formativa migliore e il motivo ostativo è che nelle altre Regioni non si può fare, così si nega completamente il principio base dell'autonomia, che è prevista nel contratto di Governo".
Il vicepremier pentastellato, Luigi Di Maio, ha ribattuto che "il tema non è l'autonomia. Il tema è che il tavolo si è bloccato sulla regionalizzazione della scuola. Noi crediamo che un bambino in Italia non scelga in quale regione nascere e non è giusto che si dica che, siccome una regione ha più soldi, i bambini che nascono lì hanno più diritto all'istruzione di altri bambini che nascono in una regione in cui ci sono meno soldi". Inoltre, al vertice la Lega ha proposto di inserire le gabbie salariali, ovvero alzare gli stipendi al Nord e abbassarli al Centro-Sud, condizione inaccettabile per il M5S, che la considera una proposta discriminatoria e classista che impedirebbe ai giovani di emanciparsi, alle famiglie di mandarli a studiare in altre università, rendendo difficile e costoso anche prendere un solo treno da Roma a Milano.
A metterci una pezza il premier Giuseppe Conte che ha affermato la necessità di andare avanti sull'autonomia, ma stando attenti a salvaguardare l'unità del Paese e la Costituzione.
Davide Fifaco