Coldiretti ha lanciato un allarme per le campagne italiane, che si trovano ad affrontare un inaspettato autunno caldo, rendendo le coltivazioni più sensibili ai cambiamenti meteorologici improvvisi e alla repentina diminuzione delle temperature. In particolare, Coldiretti ha sottolineato l'emissione di allerte meteorologiche in molte regioni, evidenziando il pericolo idrogeologico e l'intensità dei temporali. Le principali coltivazioni a rischio includono melanzane, peperoni, zucchine e cetrioli, le cui stagioni sono state prolungate a causa delle temperature elevate, mentre si registra un impatto negativo sulla produzione di mais, riso, olive e frutta. È emersa una chiara tendenza alla tropicalizzazione, caratterizzata dall'aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi, sbalzi stagionali e repentini cambiamenti climatici, con effetti disastrosi. Il 2023 è stato considerato un anno nero per l'agricoltura italiana, con danni stimati a oltre 6 miliardi di euro a causa di nubifragi, tornado, forti piogge e grandinate, oltre a ondate di calore provenienti dall'Africa. Coldiretti ha rilevato una riduzione significativa nella produzione di grano meno 10%, ciliegie meno 60%, miele meno 70%, pomodori e vino meno 12%, mettendo in evidenza l'agricoltura come il settore più colpito dai cambiamenti climatici, nonostante gli sforzi per mitigarne gli effetti. Questa situazione rappresenta una sfida per le aziende agricole, che devono adattarsi alle nuove condizioni climatiche e migliorare la gestione delle risorse idriche, richiedendo investimenti e iniziative promosse dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). È inoltre auspicabile un impegno continuo nella ricerca e nell'innovazione per lo sviluppo di colture più resilienti ai cambiamenti climatici.
Corrado Cimador