Non si arresta la crescita dei nuovi positivi in Italia: nelle ultime 24 ore i nuovi contagiati hanno superato le 15 mila unità, contro le quasi 11 mila di ieri, e, anche se si tratta di un numero da mettere in relazione al record di tamponi effettuati, 177 mila, e a un basso numero di vittime, 127, e di ricoverati in terapia intensiva rispetto alla prima ondata, le preoccupazione è ormai tangibile fra gli amministratori e i responsabili delle strutture sanitarie, in particolare nelle regioni che hanno registrato gli aumenti maggiori.
Ancora una volta a essere messa alla prova è la Lombardia, che applicherà il coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino, e che ha registrato da sola 4 mila nuovi positivi, e la Campania, con 1.760 nuovi contagiati, che si appresta a mettere in campo nuove misure restrittive sulla scia della Lombardia, una strada che potrebbero ben presto intraprendere anche altre regioni. Crescono anche i contagi nel Lazio, anche se la situazione sembra ancora sotto controllo.
Osservate speciali soprattutto le grandi città: Milano, Napoli, un po’ meno Roma, hanno fatto registrare un balzo nei contagi e rischiano di andare fuori controllo, con il rischio di metter nuovamente sotto pressione le strutture sanitarie. A Milano è stato riallestito e riaperto il reparto di terapia intensiva realizzato nei capannoni della fiera nella fase più dura della prima ondata.
Molto dipenderà dalle cifre dei prossimi giorni, ma una crescita dei ricoveri e dei malati gravi potrebbe far scattare altri provvedimenti di limitazione agli spostamenti.
Il governo da una parte cerca di coordinare gli interventi, dall’altra richiama tutti i cittadini al senso di responsabilità, come ha fatto anche lo stesso Premier Giuseppe Conte intervenendo al Senato per spiegare principi e misure dell’ultimo decreto: “Bisogna sforzarci tutti a limitare il contagio, limitare gli spostamenti non necessari. - ha detto parlando in aula -: se faremo questi sacrifici eviteremo interventi più gravosi. Sono fiducioso che avremo la serenità e impegno necessaria per superare questo momento”.
Conte ha confermato la possibilità di un intervento autonomo delle regioni dove i dati peggiorassero, ma ha anche ribadito la necessità di una regia nelle misure per coordinare gli interventi a livello nazionale. Soprattutto ha ricordato che “la seconda ondata non può essere la stessa della primavera: l'Italia oggi è in una situazione diversa di marzo, allora non avevamo strumenti diagnostici, oggi siamo più pronti grazie al lavoro e al sacrificio di tutti”.
“Nei mesi successivi alla fase più acuta della pandemia non abbiamo mai abbassato la guardia – ha aggiunto -: siamo consapevoli che ai cittadini chiediamo sacrifici, ma ancora una volta siamo costretti a compiere una sofferta operazione”.
Alessandro Martegani