Continua la diatriba tra il vice premier Luigi Di Maio e il Presidente dell'Inps Tito Boeri, che difende l'operato suo e dell'ente che presiede dopo le accuse di avere interferito al fine di screditare il governo. Carte in mano, Boeri ha spiegato che lo stesso ministero del Lavoro aveva previsto un calo dell'occupazione e perciò aveva chiesto all'Inps di fare una stima, da cui è emerso effettivamente questo trend nel caso passi il decreto dignità. Un dato che era già nero su bianco una settimana prima dell'invio al Colle, dimostrando che la relazione non era stata preparata per sabotare il lavoro del governo.
Boeri ha poi precisato di non aver mai giurato "fedeltà" ad alcun esecutivo e di pretendere "rispetto" per l'istituzione che rappresenta, definendo inaccettabili le richieste mosse da Matteo Salvini di "dimissioni on line", facendolo sentire minacciato invece che difeso da colui che riveste il ruolo di Ministro degli interni. Boeri non ha risparmiato nemmeno Luigi Di Maio, che, pure, ha escluso una "defenestrazione" anticipata per il presidente dell'Inps, ma ormai che secondo lui "ha perso contatto con la crosta terrestre" quando taccia come valutazioni politiche stime squisitamente tecniche.
Parole considerate inaccettabili da Palazzo Chigi, che taccia Boeri di non rispettare il suo ruolo. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia in queste ore ha respinto l'accusa mossa anche agli industriali di fare "terrorismo psicologico", visto che anche loro concordano con le stime dell'Inps.