Le famiglie che hanno in casa un giovane studente lo sanno benissimo: la didattica a distanza non è assolutamente assimilabile alle lezioni in presenza. A livello di apprendimento, socialità e crescita, le due esperienze non si possono paragonare. Da casa i giovani alunni hanno una soglia di attenzione infinitamente più bassa rispetto alla presenza in aula; spesso mentre l'insegnante spiega i ragazzi chattano con i compagni, navigano o usano i social, mangiano oppure, usando il vivavoce, svolgono anche altre attività.
Non bastano quindi gli strumenti digitali, agli studenti per apprendere serve anche poter instaurare relazioni, perché la didattica a distanza, dalla maggior parte delle ragazze e dei ragazzi, è stata vissuta con molta difficoltà e fatica. La mancanza di interazione sociale e della dimensione di gruppo della classe ha impoverito tutti gli aspetti del processo formativo e di apprendimento, riducendo significativamente le motivazioni e l'impegno, soprattutto nelle fasce più fragili ed a rischio abbandono.
Di positivo c'è stata invece quell'accelerazione al digitale cha la pandemia ha sicuramente agevolato, anche in altri settori, non solo quello scolastico. Molti hanno sperimentato in autonomia il digitale in modo spontaneo e creativo, non solo a lezione ma anche nel tempo libero tanto che tutti i social sono cresciuti in questi mesi e molti genitori hanno deciso di imporre delle limitazioni all'uso del computer e dello smartphone. Anche gli insegnanti si sono trovati costretti a confrontarsi con le nuove tecnologie e da una ricerca risulta che la maggior parte degli alunni ha “promosso” le conoscenze informatiche del personale docente e pur volendo tornare in presenza quanto prima, ritiene potrà essere utile continuare ad utilizzare gli strumenti digitali, ma in modo più efficace per l'apprendimento e per coinvolgere più attivamente.
Davide Fifaco