Foto: UE
Foto: UE

La decisione della Francia, accanto a una leggera ma costante risalita dei contagi in Italia, continua ad alimentare il confronto sulla necessità d’imporre l’uso del Green pass non solo per accedere agli stati o ai grandi eventi, ma anche per servizi quotidiani come, ristoranti, bar, treni e aerei, e per accedere a luoghi come ospedali e strutture per anziani.
Per ora non c’è un impatto dei nuovi contagi, sui ricoveri e sulle vittime, ma le pressioni per arrivare a un modello francese, soprattutto da parte del mondo scientifico, si moltiplicano.
Il centro sinistra è favorevole, Fratelli d’Italia e Lega sono assolutamente contrari, e quello che probabilmente ne uscirà sarà una soluzione di compromesso, indirettamente evocata dalla ministra per gli affari regionali, Mariastella Gelmini. “Non inseguiamo modelli stranieri – ha detto -: certamente il governo valuterà di estendere l'utilizzo del Green pass ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni, ma l'Italia non deve più chiudere”.
Il tema dovrebbe essere affrontato la prossima settimana dal governo, che punta a incentivare le vaccinazioni: al momento sono stati completamente vaccinati 25 milioni di cittadini pari al 46 per cento della popolazione, e il ritmo sta rallentando, con scarse adesioni soprattutto fra gli over 60 e fra i giovani.
Si discute anche sui parametri da cui dipende l’assegnazione dei colori, visto che la risalita dei contagi potrebbe far scattare fra qualche settimana le prime zone gialle. A riguardo il presidente della Conferenza della regioni Massimiliano Fedriga ha chiesto di basare i passaggi valutando solo, o principalmente, i ricoveri e non i contagi. “Chiudere una regione o metterla in difficoltà perché magari ha un po' più di contagi ma gli ospedali sono vuoti penso sia controproducente, - ha detto - anche per il messaggio che stiamo lanciando ai cittadini, ovvero di partecipare alla campagna vaccinale”.

Alessandro Martegani