Da una parte i provvedimenti da mettere in campo per una parziale ripresa a partire dal 4 maggio, dall’altro lo stato della trattativa in Europa sul pacchetto di misure da varare per sostenere l’economia del continente.
Il governo italiano è impegnato su questi due fronti in questi giorni, in una settimana decisiva per il futuro del paese e del Continente. Giovedì prossimo infatti è in programma il Consiglio europeo che dovrebbe decidere entità, mezzi e tempi degli interventi per sostenere e far ripartire l’economia dell’Unione europea, e Giuseppe Conte parlerà nel pomeriggio alle Camere per illustrare il pacchetto di misure economiche delineato dall’Eurogruppo, ma anche come il governo intende gestire la cosiddetta “fase 2”.
Fra i temi del momento anche l’app “Immuni “, che il governo intende diffondere per tracciare i contatti e limitare così i contagi dopo la ripresa delle attività, un provvedimento che pone seri problemi dal punto di vista della tutela della riservatezza e su cui l’opposizione, ma anche parte della maggioranza chiedono garanzie precise.
Conte in generale deve far fronte da una parte alle critiche dell’opposizione sul ricorso al fondo salvastati in Europa e sulla gestione dell’emergenza in Italia, ma non mancano voci critiche anche all’interno della coalizione di governo, in particolare sulla possibilità di utilizzare il fondo salvastati, sia pur con condizioni molto ridotte, per sostenere la ripresa nel paese.
Il governo ha già ribadito che continuerà a sostenere la linea degli eurobond, un debito condiviso fra tutti i paesi membri, e di un ricorso al Mes limitato e senza condizioni, mentre riguardo al “fase 2”, lo stesso Conte, in lungo post su Facebook, ha annunciato che in settimana comunicherà ai cittadini il piano e illustrerà “i dettagli del programma”, definendo “ragionevole” il via alla fase 2 dal 4 maggio, anche alla luce dei dati, che ieri per la prima volta hanno rivelato un calo in termini assoluti dei contagiati.
Si tratterà di un piano nazionale ma che, ha aggiunto, considererà le caratteristiche e le “peculiarità territoriali” delle singole regioni. Un’ipotesi avvalorata anche dal ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, che aveva parlato di una riapertura differenziata fra le varie aree del paese.
Alessandro Martegani