Archiviato il delicato passaggio delle elezioni regionali in Emilia Romagna, è giunto il momento dell’attesa verifica di governo.
La temuta vittoria della Lega, con la conseguente spallata alla maggioranza, non c’è stata, il Pd ha tenuto, ma sono soprattutto le divisioni e il crollo di consensi dei 5 Stelle, che hanno ottenuto il 5 per cento in Emilia Romagna e il 7 in Calabria, a preoccupare l’alleanza giallo rossa.
Giuseppe Conte ha ribadito che non c’è legame fra le regionali e il futuro del governo, approfittando però per sottolineare la sconfitta di Matteo Salvini: “Non ho cambiato idea, avevo detto che sono appuntamenti elettorali regionali. C'è stato chi ha inteso fare di questo appuntamento elettorale, impropriamente, un referendum contro o pro il governo nazionale – ha aggiunto -: mi riferisco a Matteo Salvini, che esce come il grande sconfitto di questa competizione. I cittadini – ha concluso - lo hanno inteso come referendum su di lui”.
L’attenzione si sposta sui capitoli da affrontare nell’immediato, l’Ilva, l’Alitalia, le riforme della giustizia e delle pensioni, ma in generale anche sugli equilibri all’interno della maggioranza, ora che i 5 Stelle, partito di maggioranza relativa in Parlamento, sembrano essere ridotti a un partito marginale nel paese. Il capo reggente del partito Vito Crimi ha ammesso la sconfitta, ma ha anche ribadito come il partito abbia “già avviato il lavoro di organizzazione che consentirà un maggiore coordinamento”.
Un riferimento agli Stati generali di marzo, evento che dovrebbe dare un nuovo assetto al Movimento, ma da qui al congresso divisioni e incertezze rischiano di bloccare l’attività del governo, senza contare che di mezzo ci sarà il referendum sulla riduzione dei parlamentari, fissato il 29 marzo, che potrebbe far slittare il congresso.
I 5 stelle non sono però gli unici che pensano a una riorganizzazione: in casa Pd Nicola Zingaretti parla apertamente di rifondazione, un processo che dovrebbe coinvolgere anche le Sardine, movimento che ha contribuito alla vittoria in Emilia Romagna, e gli amministratori locali, come chiesto dal riconfermato presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
C’è però chi parla di cambiamento anche nel centro destra: è il caso di Giorgia Meloni, che in Calabria ha quasi raggiunto la Lega, che ha dimezzato i consensi rispetto alle europee. La leader di Fratelli d’Italia ora chiede maggiore collegialità nella coalizione, puntando a contrastare il progetto di Salvini di guidare da solo il centro destra.
Alessandro Martegani