A tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia di Covid che, tra febbraio e aprile 2020, ha duramente colpito la zona di Bergamo, con oltre 6 mila morti in più rispetto alla media dell'anno precedente, è stata chiusa l'inchiesta per “epidemia colposa” con 19 indagati tra cui l'ex premier Conte, l'ex ministro della Salute Speranza, il Governatore della Lombardia Fontana e l'ex assessore della sanità lombarda Giulio Gallera.
Cristina Rota, procuratore aggiunto di Bergamo, insieme ai pubblici ministeri Silvia Marchina e Paolo Mandurino e con la supervisione del Procuratore Antonio Chiappani, hanno fatto il punto nell'indagine in cui si è cercato di fare chiarezza, individuando le responsabilità di quel tragico evento, di cui ancora tutto il Paese ricorda le fila di camion dell'esercito con le bare delle vittime portate fuori regione per essere cremate.
Alla notizia dell'indagine dura la reazione di Fontana, che dichiara: “È vergognoso che una persona che è stata sentita a inizio indagine come persona a conoscenza dei fatti scopra dai giornali di essere stato trasformato in indagato. È una vergogna sulla quale non so se qualche magistrato di questo Paese ritiene di indagare. Sicuramente non succederà niente".
Conte, ex presidente del Consiglio ed attuale leader del Movimento 5 Stelle, ha invece affermato: "Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura”. “Sono tranquillo di fronte al paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica" ha concluso Conte.
Speranza, in una nota ha spiegato di essere “molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell'esclusivo interesse del Paese”.
In particolare, gli inquirenti e gli investigatori della Guardia di Finanza vogliono capire la mancata istituzione di una zona rossa uguale a quella disposta nel Lodigiano e i mancati aggiornamenti del piano pandemico, fermo al 2006, e l'applicazione di quello esistente anche se datato e che comunque avrebbe potuto contenere la trasmissione del Covid.
Davide Fifaco