Da una parte la pressione di Italia Viva, il neonato partito di Matteo Renzi che ha posto alcune questioni al governo sulla legge di bilancio, dall’altra i malumori del Movimento 5 Stelle che non intende rinunciare a provvedimenti di bandiera, e ha chiesto e ottenuto al premier Conte un vertice di maggioranza.
Deve mediare ancora una volta Giuseppe Conte, Premier proposto e sostenuto per due volte dai 5 Stelle, che però ora sembra volersi smarcare dal Movimento, avvicinandosi sempre di più al Pd, con un rapporto con Luigi Di Maio sempre più difficile.
Il varo della legge di bilancio è stato più ostico del previsto: il provvedimento che prevede il carcere per i grandi evasori, ma anche l’obbligo di pagamenti attraverso sistemi elettronici o la stretta sulle partite iva, dividono le forze di governo, e Luigi di Maio, in crisi di visibilità e consensi, ha attaccato esplicitamente il Premier, ricordando che “Senza i voti del Movimento 5 Stelle la manovra non si fa”.
Una minaccia chiara alla stabilità dell’esecutivo, tanto da spingere Conte a richiamare all'ordine gli alleati, e a rassicurare che non c’è alcuna intenzione di avviare una caccia alle streghe e uno stato di polizia, accuse che erano piovute sul suo esecutivo nel corso della manifestazione del centro destra a Roma.
Da qui la decisione di convocare i gruppi parlamentari per arrivare a un’intesa che però, per ora, sembra in salita: il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri ha fatto capire che non si può stravolgere l'impianto del provvedimento, ma i 5 Stelle non mollano sul carcere per gli evasori, mentre Matteo Renzi dal palco della Leopolda ha rilanciato un governo di legislatura, che duri almeno fino all'elezione del nuovo Capo dello Stato, nel 2022, ma ha chiesto decisi cambiamenti che evitino penalizzazioni per i professionisti e nuove tasse, e punti sulla spending review. Una linea che punta anche ad assorbire in Italia Viva i delusi del centro destra, che hanno preso dichiaratamente le distanze dalla manifestazione di piazza san Giovanni che ha riunito Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, con la destra estrema di CasaPound.
Alessandro Martegani