Ha fatto molto discutere, negli ultimi giorni, il gesto del vicesindaco di Trieste, Paolo Polidori, che si è vantato sui social di aver gettato nel cassonetto dei rifiuti le coperte e i vestiti di un senzatetto, per una questione di decoro.
Il gesto ha avuto eco nazionale, finendo sui giornali e nei telegiornali di tutto il paese e spaccando l'opinione pubblica del capoluogo giuliano. La vicenda sembra aver diviso anche la maggioranza in Consiglio Comunale, con Forza Italia che ha manifestato accanto alle opposizioni contro il vicesindaco, che però difende la sua posizione:
"Partiamo da dei presupposti, perché altrimenti non si riesce a capire la vicenda - dice Polidori -. Io ho cercato di spiegarlo dopo il post: una mia pecca è stata quella di non immaginare questa esplosione a livello mediatico, in buona parte strumentale se vogliamo. Non ho spiegato determinate cose: non ho spiegato il fatto che questa persona la stav o seguendo in realtà da mesi, accanto all'assessore all'assistenza sociale. Si voleva accogliere questa persona in strutture con un tetto sopra la testa, dove ci sono pasti caldi e quant'altro, ma ha sempre rifiutato, per cui, dal punto di vista umanitario, il mio interessamento è nato ben prima di questo post. Non ho il bisogno di dimostrarlo."
"In realtà è stata montata in maniera virale una questione, senza poi andare ad approfondire la storia: questa persona, oltre a precedenti penali, ha un provvedimento di allontanamento dal comune Trieste, che sicuramente non ho fatto io, ma la Questura di Trieste, e non potrebbe non solo bivaccare, perché contrario un regolamento di polizia urbana, ma nemmeno stazionare all'interno del territorio del comune. In virtù di questo, io l'altra mattina sono passato di là, ho visto degli stracci, e ho pensato che fossero abbandonati anche in virtù di questi provvedimenti. A quel punto, da cittadino, non ho fatto altro che prenderli e buttarli nel cassonetto, perché in quel momento erano rifiuti abbandonati, nel bene o nel male."
"Non era una questione nei confronti della persona, per la quale mi sono sempre speso per dare una mano: a Trieste nessuno, dico nessuno, se non per propria volontà, non ha la possibilità di avere un tetto sopra la sua testa."
Questa vicenda ha diviso anche la maggioranza in comune: ci sarà un presidio e parteciperanno anche degli esponenti di Forza Italia. Lei ritiene che su questi argomenti, come accoglienza e immigrazione, ci possa essere un problema all'interno della giunta?
"Guardi, il regolamento di polizia urbana è stato votato anche da altri esponenti della maggioranza, e ci mancherebbe il contrario. In uno di questi articoli c'è il divieto di bivacco: se un esponente della maggioranza ritiene giusto portare dei vestiti, delle masserizie o quant'altro sul suolo pubblico davanti a un negozio, mi viene il dubbio che ci possa essere anche una condiscendenza sul fatto che si può bivaccare in città. Io non credo sia un comportamento coerente, e non voglio pensare che questi gesti vengano fatti dando l'idea che a Trieste si può bivaccare per strada.
Tornando indietro lo rifarebbe?
"Ho vissuto tutta la l'escalation mediatica, molte volte strumentale e molte volte non fondata su argomenti veri, e ovviamente riscriverei il post in un altro modo, spiegando che questa persona aveva tutte le possibilità di essere aiutata, che è soggetta un provvedimento allontanamento e così via. Ma la sostanaza è che avevo la presunzione di avere di fronte degli stracci abbandonati sul suolo pubblico. Avrei anche potuto chiamare l'azienda comunale per far rimuovere tutto, e ci può stare dire che è stato un gesto abbastanza eclatante, ma l'ho fatto proprio per sottolineare che a Trieste, come anche a Capodistria o in altre città della Slovenia, sicuramente queste situazioni non si devono verificare e non sarebbero comunque tollerate dai cittadini."
Alessandro Martegani