Foto: Reuters
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Dopo essere stata a un passo da un governo Lega 5 Stelle, l'Italia si è risvegliata al punto di partenza: lo scontro fra il Presidente Mattarella e i leader di Lega e 5 Stelle, Salvini e Di Maio, è giunto fino alle conseguenze più estreme, facendo saltare un percorso che sembrava ormai a un passo dal traguardo.
Mattarella, dopo aver comunicato la rinuncia al mandato da parte di Giuseppe Conte, in seguito al rifiuto di accettare Paolo Savona come ministro dell'economia, si era dato qualche ora per una nuova iniziativa e non ha atteso. Questa mattina al Quirinale è infatti salito Carlo Cottarelli, economista con venticinque anni di carriera al Fondo Monetario internazionale e sei alla Banca d'Italia, ed ex commissario alla spending review.
Il suo nome era già stato fatto come possibile premier di un governo di garanzia, e ora sembra giunto il suo momento.
Si tratta però di una strada tutta in salita anche perché il clima politico è tutt'altro che favorevole. Lega e 5 Stelle hanno usato termini durissimi nei confronti del Capo dello Stato, e di Maio ha confermato la volontà di chiedere la messa in stato di accusa del Presidente, un'iniziativa a dire la verità non avallata dalla Lega, rigettata da Forza Italia e Pd, e basata su presupposti tutti da verificare.
In ogni caso ben difficilmente il nuovo governo di servizio che dovrebbe avere il compito di mantenere i conti sotto controllo e accompagnare il paese alle elezioni, avrà il sostegno dei partiti che formavano la maggioranza, e nemmeno di Forza Italia: Salvini, che punta a elezioni immediate, ha minacciato apertamente di far saltare l'alleanza di centro destra se Berlusconi votasse il prossimo governo, ricevendo rassicurazioni dal Cavaliere.
Si moltiplicano intanto le interpretazioni e commenti sulla decisione di Matterella, e sulla determinazione di Salvini nel sostenere il nome di Savona. Il paese si è diviso: se da una parte Lega e 5 Stelle accusano il Capo dello Stato di avere prevaricato il proprio ruolo, dall'altra non mancano le accuse a Salvini di aver voluto forzare, puntando in realtà a liberarsi di un accordo che ben difficilmente avrebbe portato a risultati, preferendo le elezioni.
Una situazione di estrema incertezza testimoniata anche dall'andamento dei mercati, che dopo aver aperto in positivo hanno ricominciato a perdere, con lo spread ritornato sopra quota 200.