Comprendere quali possibili scenari e quali prospettive politiche si possano aprire in Italia in questa difficile fase di consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è alquanto arduo. Ne abbiamo parlato con la senatrice Tatjana Rojc, eletta come indipendente nelle file del Partito Democratico, unica rappresentante della comunità nazionale slovena al Parlamento italiano che a sua volta è rimasta sorpresa dalla rapidità con la quale si è arrivati alla crisi di governo.
Innanzitutto, non ci si attendeva una crisi di governo così immediata. Ma visto come si è svolta la votazione per la TAV che era una questione banale e certamente influente a tal punto da far cadere un governo ci siamo posti delle domande. In verità delle domande ce le siamo posti ben prima, quando è esplosa la questione Russia Gate, situazione del resto ben evidenziata dal Premier Conte in Senato. Il ministro Salvini anziché venire in parlamento a parlare dei fatti e spiegarci la situazione ha invece gestito la situazione dalle spiagge, in conferenze stampa dove ha continuato ad arringare la folla. Un comportamento tutt'altro che dignitoso per un Paese come l'Italia.
Dopo l'ultimo incontro tra Pd e Movimento 5 Stelle sembra ci sia stato un avvicinamento per la formazione di un eventuale governo, si è parlato di "niente di insormontabile".
E' chiaro che si tratta di un governo che deve avere un respiro politico, non certo un respiro a tempo determinato, che riesca a portare a termine questa legislatura. Questa è stata la CONDITIO SINE QUA NON posta dal buon principio. La caduta del governo non tocca il PD che ha fatto un'opposizione a volta molto severa, molto dura ma che ha sempre perseguito l'idea del bene del Paese. Spero che si giunga a questa rapida conclusione della crisi di governo, che ci sia un governo per così dire delle larghe intese e che si pensi al bene della Nazione per risolvere alcune questioni che sono aperte. L'incontro PD - 5 Stelle è stato ritenuto positivo e spero dunque si vada verso una responsabilità, ovvero un governo che dia credibilità in Europa all'Italia.
C'è inoltre grande timore per l'eventualità di andare subito ad elezioni perché si dà quasi per scontata la vittoria della Lega e l'ipotesi di un Salvini con i "pieni poteri" spaventa ovviamente il centrosinistra, anche perché c'è il rischio concreto che fra due anni crolli anche l'ultimo argine, quello del Presidente della Repubblica che verrebbe appunto eletto da un eventuale Governo-Salvini. Pure per la senatrice Tatjana Rojc questo è il punto cardine.
Questa è appunto la questione principale! Quando un ministro degli interni richiede per sé stesso pieni poteri, allora questo ci ricorda un qualcosa che non vorremmo ricordare. Oppure quando un ministro dice »rifarei tutto« ricorda quel periodo più buio della storia italiana che è dopo il delitto Matteotti nel 1924. Questa è la prima questione, non dare il Paese in mano alle destre che non sono delle destre liberali. Personalmente non sono contraria ad un'alternanza tra democratici e liberali. Una destra moderata, europea, con una visione diversa da quella che può avere un centrosinistra ci può stare. L'altra questione è l'elezione del Presidente della Repubblica e al momento mi conforta molto il fatto che gli ultimi sondaggi diano già un crollo di Matteo Salvini dal 38% al 31%. Evidentemente il suo appellarsi in maniera abbastanza blasfema non fa più presa. Dopo 70 anni forse la costituzione andrebbe anche un po' rivista e su questo tutti siamo d'accordo. Però non possiamo tornare indietro e pensare di avere un governo che abbia pieni poteri e che gestisca il Paese come fosse una sua proprietà.
La base del Partito Democratico in queste ore sta chiedendo unità di intenti, ma Renzi sembra sempre vicino ad una scissione. Anche a riguardo il PD ha lavorato, ci ha spiegato la senatrice Tatjana Rojc.
Ho sentito molto senatori che provengono dalla cerchia di Renzi e anche lo stesso Matteo Renzi e tutti si sono espressi molto propensi ad una unitarietà di vedute e hanno delegato al segretario Zingaretti pieni poteri per portare il Paese fuori da questa crisi. Non ultimi sia il presidente Marcucci che il presidente Del Rio, che sono i due capigruppo al Senato e alla Camera, collaborano in maniera fattiva e molto unitaria soprattutto con la segreteria e questo è importante anche per il partito, ritrovare appunto l'unità.
Corrado Cimador