Mentre in Europa si discute sempre più seriamente su come affrontare l'imminente crisi energetica che dovrebbe investire il continente nei prossimi mesi, il governo italiano si è messo in moto per trovare i fondi per contrastare il caro energia.
Secondo le fonti di Palazzo Chigi le prime interlocuzioni tecniche tra il sottosegretario Roberto Garofoli e i ministri all'Economia e alla Transizione Ecologica Daniele Franco e Roberto Cingolani sembrano delineare un quadro d'intervento complicato, che necessita di un'analisi approfondita.
Draghi continua a non volere lo scostamento di bilancio, guardando piuttosto alla price cap. L'incognita resta quella delle risorse. Gli incassi sugli extraprofitti, circa 7/8 miliardi, sono ancora aleatori e quelli incassati ormai esauriti. Sul tavolo dovrebbero esserci sicuramente pacchetti di energia a prezzi calmierati, soprattutto per le aziende che ne consumano di più, fondi per la cassa integrazione straordinaria per quelle imprese costrette a ridurre o fermare la produzione a causa deirincari di gas ed energia; ma anche nuovi sconti per la benzina e prezzi più bassi delle bollette, con la possibilità di rateizzazione anche per i privati.
L'ipotesi che lo stato compri gas per poi rivenderlo a prezzi calmierati diventa sempre più concreta, mentre resta per ora esclusa qualsiasi ipotesi di razionamento. Provvedimenti questi che non verranno presi nell'immediato, come chiesto da quasi tutti i partiti impegnati in questi giorni nella campagna elettorale, ma che dovrebbero entrare in vigore nel mese di settembre.
Barbara Costamagna