Una crisi rapida, per andare velocemente alle elezioni, e avere un nuovo governo entro novembre per approvare la legge di stabilità. È questa la linea di Matteo Salvini che in un drammatico confronto a distanza con il premier Giuseppe Conte, ha di fatto aperto la crisi di governo.
Il leader della Lega considera finita l’esperienza del governo giallo verde, incapace per Salvini di prendere decisioni e di fare il bene del paese a causa dei 5 Stelle, e guarda già al voto.
“Abbiamo fatto - ha detto - una scelta di onestà, di coerenza, di coraggio: potevamo stare tranquilli lì, a mezzo servizio a scaldare le poltrone, ma io non sono nato per scaldare le poltrone”. “Chiedo agli italiani - ha aggiunto - se hanno la voglia di darmi pieni poteri per fare quello che abbiamo promesso di fare fino in fondo, senza rallentamenti e senza palle al piede. Siamo in democrazia e chi sceglie Salvini sa cosa sceglie”.
Il leader della Lega non ha però ottenuto le dimissioni immediate di Giuseppe Conte, che ha atteso la fine del comizio del ministro degli interni a Pescara prima di parlare. Conte, che ha accusato Salvini di “voler andare a votare per capitalizzare il consenso di cui gode attualmente”, non intende lasciare senza un confronto parlamentare.
"Ho già chiarito a Salvini - ha spiegato - che farò in modo che questa crisi da lui innescata sia la più trasparente della storia della vita repubblicana".
“Non spetta certo al ministro dell’interno - ha aggiunto - decidere i tempi di una crisi politica in cui intervengono ben altri attori istituzionali: spetterà invece a Salvini, nella sua veste di senatore, spiegare al Paese e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento, le ragioni che lo portano a interrompere bruscamente l'azione di governo”.
La parola ora passa ai presidenti di Camera e Senato e al Presidente Sergio Mattarella, che detteranno i tempi della crisi. La Lega ha già presentato una mozione di sfiducia: se Conte fosse sfiduciato, dovrebbe comunque esserci un giro di consultazioni per cercare un nuovo governo, e in assenza, molto probabile, di convergenze, si andrebbe al voto probabilmente il 20 o il 27 ottobre.
L’eventualità delle elezioni è quella a cui tutti sembrano puntare: Fratelli d’Italia e Forza Italia chiedono il voto e hanno già lanciato una proposta di alleanza con Salvini, e anche il Pd si prepara alla campagna elettorale, chiamando a raccolta le forze anti-sovraniste del paese.
Grande assente delle ultime ore è stato invece il Movimento 5 Stelle, che in una nota ha attaccato duramente la Lega, ma ha chiesto di approvare la riforma sul taglio del numero dei parlamentari prima di andare a elezioni. Una linea che però potrebbe spostare il voto di almeno sei mesi.
Alessandro Martegani