L’ex Ilva che non sembra vedere una via d’uscita, il destino di Alitalia, che deve ricominciare da capo per trovare nuovi investitori, e ora anche le banche del sud.
Sono solo le principali crisi industriali che il governo Conte deve affrontare, e che hanno fatto passare settimane difficili soprattutto al ministro dello sviluppo economico dei 5 Stelle, Stefano Patuanelli.
L’ultima grana in ordine di tempo è stato il salvataggio della Popolare di Bari, vicenda che ha anche dei risvolti giudiziari, ma che soprattutto costerà 900 milioni alle casse dello Stato (e si tratta probabilmente solo di un primo intervento), e ha attirato sull’Italia nuove critiche in Europa a causa dell’utilizzo di aiuti di stato.
Lo stesso Patuanelli ha attaccato frontalmente la Banca d’Italia. “È evidente – ha detto– che non esercita fino in fondo la sua funzione, cosa che è costata il fallimento di molte banche e di molte famiglie”. Il riferimento è all’acquisizione da parte delle Popolare di Bari della banca abruzzese Tercas, un’operazione autorizzata da Bankitalia, nonostante l’istituto di Bari fosse già in difficoltà. L’istituto ha replicato, assicurando che i controlli erano stati eseguiti, ma non sembra aver convinto il ministro e i grillini.
La Popolare di Bari non è però che una delle crisi che Patuanelli e il governo stanno affrontando: con la vicenda Mittal in stallo, negli ultimi giorni ci sono stati sviluppi su Alitalia, con la nomina di un commissario unico, Giuseppe Leogrande, che non ha escluso la nazionalizzazione della compagnia dopo il passo indietro di Atlantia. Patuanelli a riguardo ha assicurato che il governo non prende in considerazione la vendita a pezzi della società, una voce circolata in queste settimane, né una svendita a Lufthansa, e non ha escluso "un possibile intervento del Tesoro nel capitale della compagnia”.
Alessandro Martegani