Sembra ormai segnata la strada verso l’addio di Luigi di Maio alla leadership del Movimento 5 stelle. Le indiscrezioni circolate nelle ultime settimane, di un passo indietro del capo politico del partito, troveranno probabilmente conferma oggi, dopo la riunione convocata dallo stesso di Maio con i ministri e i viceministri del Movimento a Palazzo Chigi.
Di Maio ha fatto sapere che al termine ci sarà “un annuncio importante”: fra le ipotesi le dimissioni da capo politico del partito, ruolo che verrebbe affidato al grillino della prima ora e membro più anziano del Comitato di garanzia, Vito Crimi, in attesa del congresso già convocato a marzo, in cui il ministro degli esteri sosterrà una linea d’indipendenza del Movimento dal Pd e dal fronte riformista.
Una decisione radicale, ma che sembra inevitabile dopo la continua emorragia di parlamentari che lasciano il Movimento per aderire al gruppo misto, una situazione che vede il capo politico quasi ostaggio delle correnti interne al partito, e in cui nemmeno Beppe Grillo, garante e fondatore del Movimento, sembra poter porre freno, e che potrebbe addirittura mettere a rischio la maggioranza al Senato.
Su Di Maio, ma anche su Davide Casaleggio, sulla piattaforma Rousseau e su Grillo, sono piovute da parte dei parlamentari grillini accuse nemmeno troppo velate di autoritarismo e di scarsa capacità gestionale, ma a spingere Di Maio a lasciare ci sarebbe anche l’imminente voto in Emilia Romagna e Calabria, una consultazione a cui i grillini non volevano nemmeno partecipare, che potrebbe trasformarsi in un autentico disastro per i 5 Stelle, e a cui il ministro degli esteri non vuole legare il proprio nome e la propria leadership.
A confermare il momento decisivo per il partito ci sono anche le parole del premier Giuseppe Conte, portato a Palazzo Chigi proprio dai 5 Stelle, anche se con il passare del mesi ha acquisito sempre più distanza e indipendenza dai grillini: “Di Maio è stato tirato per la giacchetta, dunque aspettiamo che assuma lui un'iniziativa" ha detto. "Se fosse una sua decisione lo rispetterò" anche se "mi dispiacerà sul piano personale".
Alessandro Martegani