Qualcuno potrebbe confonderli con delle meno affascinanti nutrie, da cui differiscono principalmente per la forma della coda, ma è ormai acclarato che anche in Italia stanno tornado i castori, animali totalmente scomparsi dalla penisola a causa di cacciatori e cambiamenti di habitat, che però recentemente sono tornati a popolare i corsi d’acqua e i laghi della penisola, in parte grazie alle attività di reintroduzione ma anche per cause naturali.
Assenti dalla penisola per cinque secoli, alcuni esemplari di castoro europeo (Castor fiber) hanno iniziato la ricolonizzazione, grazie a un’espansione naturale dall'Austria verso Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ma anche in seguito a reintroduzioni, in realtà non pianificate, in Toscana, Umbria, e Marche.
Al di là della simpatia che questi animali riscuotono soprattutto fra i bambini, il ritorno non è privo di senza conseguenze, visto che quella dei castori è una specie impattante sull’ecosistema. I castori sono considerati "ingegneri ecosistemici", vale a dire specie che con le loro attività possono modificare, anche in maniera evidente, gli habitat e il paesaggio.
Il processo di ritorno dei castori nei fiumi italiani è stato analizzato da uno studio dell'Università Statale di Milano e dell'Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche di Sesto Fiorentino pubblicato su Animal Conservation: i ricercatori hanno compiuto attività di monitoraggio, raccolta dei campioni per le analisi genetiche, e analisi sugli effetti sugli ecosistemi forestali, valutando anche quali possano essere le aree d'Italia in cui è più probabile l'espansione del castoro in futuro.
Lo scopo era quello di scoprire se le aree di insediamento dei castori coincidessero con coltivazioni o canali artificiali, ed evitare che la costruzione di tane e dighe dei castori causino conflitti con le attività umane. La presenza del castoro può ridurre il rischio idraulico, mitigando l'intensità degli eventi di piena, ma la ricerca di cibo potrebbe causare danni alle coltivazioni. Le dighe, che fungono da tana, possono inoltre ridirezionare il flusso d'acqua causando danni a canali artificiali, strade, ponti e anche abitazioni.
Le zone più a rischio sono quelle del centro Italia, Toscana, Umbria e Marche, ma anche in Trentino Alto Adige, regione dove già in passato si sono registrati problemi con gli orsi, i castori potrebbero invadere dei campi coltivati o interferire con delle infrastrutture, mentre in Friuli Venezia-Giulia le possibilità di contrasto con l’uomo sono molto limitate.
Fra le precauzioni che possono essere prese per favorire la convivenza con i castori, ci sono le recinzioni dei campi agricoli e il drenaggio dei bacini creati dalle dighe, quando minacciano case o infrastrutture.
Alessandro Martegani