Il sorpasso a destra di Giorgia Meloni su Matteo Salvini, il crollo verticale dei 5 Stelle e la tenuta del PD, l’avanzata del centro. Saranno probabilmente i temi del confronto politico in Italia nelle prossime settimane, e segneranno la marcia verso le elezioni parlamentari.
Pur concentrato su un numero limitato di elettori e comuni, il voto amministrativo ha fornito qualche conferma ma anche delle sorprese.
La conferma è senza dubbio il cambio della guardia alla guida del centro destra: la coalizione ha prevalso in molti comuni, ma ciò a cui si guarda di più è il risultato di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, che superano sistematicamente quello della Lega anche in piazze tradizionalmente favorevoli al Carroccio. La stessa leader del partito di destra, pur confermando la necessità di tenere unita la coalizione, ha detto a chiare lettere che ora “Fratelli d’Italia è la forza traino del centro destra”, e che “agitare l’uomo nero non funziona più”, ipotecando quindi la leadership.
Matteo Salvini deve invece affrontare l’ultimo capitolo negativo di una serie di insuccessi che lo hanno messo in cattiva luce sia con gli alleati, sia di fronte all’opinione pubblica, sia ora all’interno del Carroccio, partito costantemente sotto il 10 per cento nei Comuni con più di 15 mila abitanti, una soglia sotto la quale viene messo in discussione il segretario, che deve mettere in conto anche il flop dei referendum. Salvini si limita a dire che “il leader lo scelgono le elezioni politiche”, ma l’ala governista del partito, rappresentata dal ministro Giancarlo Giorgetti e dai governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, potrebbe decidere di dare la spallata finale a un leader che sembra non azzeccare più una scelta, e che è criticato anche dalle aree del Carroccio che ancora guardano all’indipendentismo e agli interessi del nord.
Si sta peggio però in casa dei 5 Stelle, dove l’arrivo di Giuseppe Conte al vertice non ha frenato l’emorragia di consensi: a Palermo, un tempo roccaforte grillina, l’alleanza con il Pd ha perso al primo turno e i 5 Stelle si sono fermati al 7,6 per cento. I dati sono addirittura peggiori in altre città: si va dal 4,4 di Genova all’1,2 per cento di Padova, per quella che è ancora la prima forza in Parlamento ma sembra diventata ormai subalterna nel paese. Una disfatta che ha alimentato il dissenso interno, sia verso l’ex premier, sia verso i suoi più stretti collaboratori, e se da una parte c’è da attendersi una resa dei conti interna nei prossini giorni, a lunga scadenza non manca chi, come il tradizionale rivale Matteo Renzi, afferma che Movimento potrebbe addirittura sfaldarsi e non ripresentarsi alle politiche.
Il crollo dei 5 Stelle rimette inoltre in discussione l’alleanza con il PD, partito che tutto sommato ha ottenuto buoni risultati, è il primo partito in Italia, e starebbe pensando di scaricare i grillini per avviare un dialogo con Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi. Proprio Azione è stata una delle sorprese della tornata elettorale: in coalizione con +Europa ha presentato candidati autonomi ottenendo risultati incoraggianti, come a Palermo, dove la coalizione ha segnato il 14,6 per cento, o addirittura sorprendenti, come all'Aquila dove il candidato centrista è arrivato secondo con il 23,9.

Guardando ai risultati, il bilancio delle vittorie e dei ballottaggi vede una prevalenza del centro destra nelle elezioni amministrative.
Nella tornata elettorale, che coinvolgeva quasi mille comuni e nove milioni di elettori, il centro destra è passato al primo turno in tre capoluoghi di regione su quattro, riconfermandosi a Genova e all’Aquila e conquistando Palermo (dove per una norma regionale passa già al primo turno chi ha raggiunto più del 40 per cento dei voti, e non il 50) e in nove capoluoghi in totale; il centrosinistra ha vinto invece a Taranto, Padova e Cuneo, strappando Lodi, una delle roccaforti della Lega.
Su 13 ballottaggi nei capoluoghi, in sette è avanti il centrosinistra, in 6 il centrodestra: vanno ai ballottaggi ad esempio Verona, dove il centro sinistra è in vantaggio con l’ex giocatore della Roma Damiano Tommasi, e poi Parma, Lucca e Catanzaro.

Si è votato in 33 Comuni anche in Friuli Venezia Giulia: fra i quattro Comuni sopra i 15mila abitanti ci sarà il ballottaggio fra due settimane ad Azzano Decimo, Codroipo e Gorizia, dove Rodolfo Ziberna sindaco uscente di centro destra con il 41,88 per cento è in vantaggio sulla sfidante del centrosinistra Laura Fasiolo, al 30,6. A Monfalcone vince invece al primo turno, sbaragliando gli avversari con il 72,4 per cento, la sindaca uscente di centro destra Anna Maria Cisint .

Alessandro Martegani