Una difesa dell'euro e della politica economica europea, e un invito ad avere fiducia e coraggio nel continuare sulla strada intrapresa, "perché senza il coraggio non si va da nessuna parte".
Il presidente della Bce Mario Draghi, in occasione del conferimento una laurea ad honorem dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, ha attaccato senza troppi giri di parole i cosiddetti movimenti sovranisti, coloro che, più o meno apertamente, ritengono che l'unione monetaria e l'Europa siano state un'esperienza negativa per lo sviluppo.
"La diffusione dell'ideologia illiberale sta minacciando l'euro - ha spiegato agli studenti - ma è un'illusione pensare che abbandonarlo offrirebbe un percorso più facile".
Draghi ha parlato di "piccoli passi indietro nella storia" a cui l'Europa sta assistendo, con movimenti contrari all'Euro e all'Unione Monetaria, ma , ha aggiunto, "Dal varo del sistema monetario europeo "la lira fu svalutata sette volte, eppure la crescita della produttività fu inferiore a quella dell'euro a 12, la crescita del prodotto pressappoco la stessa, il tasso di occupazione ristagnò". "E' vero che in vari Paesi i benefici che ci si attendevano dall'Unione monetaria non si sono ancora realizzati, ma non era pensabile che a quei benefici "si arrivasse solo dall'unione monetaria: occorre fare di più", ha aggiunto, per conseguire "più crescita e occupazione".
Fra le priorità elencate da Draghi ci sono anche le grandi riforme istituzionali, che, ha detto, "si sono sostanzialmente arrestate negli ultimi anni, principalmente a causa della resistenza della Germania, che - ha aggiunto - teme di dover pagare il conto per l'irresponsabilità fiscale e gli eccessi dei membri più deboli dell'euro".
Non è mancato un richiamo all'Italia, così come agli altri paesi, molto esposti sui mercati, che, ha spiegato, senza un rafforzamento della solidità finanziaria e un calo del debito, posso essere esposte a turbolenze di mercato.