Mario Draghi sembra capace di attrarre quasi tutte le forze politiche italiane, che sosterranno quindi il governo con un’alleanza che potrebbe addirittura andare oltre al modello Ursula, coinvolgendo PD, Forza Italia, Italia Viva, Movimento 5 Stelle, Leu e probabilmente anche le Lega.
Nelle ultime ore, infatti, Matteo Salvini si è smarcato dall'alleata Giorgia Meloni, che non voterà la fiducia al nuovo esecutivo. Anzi, il leader leghista alza la posta a fa intendere di voler entrare nella squadra con i suoi ministri.
Fratelli d'Italia quindi, per ora, è l'unico partito che resta sul no alla fiducia a Draghi. Non è escluso che la Meloni nelle prossime ore decida piuttosto di astenersi dal voto.
I colloqui dell'ex presidente della Bce sono serviti a mettere dei paletti: Liberi e Uguali, tra i partiti della vecchia maggioranza è l'unico che sottolinea il pericolo di una compagine disomogenea, che in Parlamento potrebbe fare molta difficoltà trovandosi ad affrontare le diverse posizioni delle varie forze politiche, spesso opposte, iniziando quindi un percorso laborioso. Leu ha espresso la propria difficoltà di ritrovarsi fianco o fianco in un ipotetico esecutivo di cui farebbe parte anche la Lega.
La stessa alleanza LeU-Pd-5S, che i menzionati partiti non vogliono disperdere, si basa su "programmi e progetti" che appaiono "incompatibili" con il partito di Salvini, secondo le parole di Loredana De Petris.
Da capire, inoltre, la strategia del Movimento 5 Stelle, per il quale durante le consultazioni scende in campo direttamente Beppe Grillo. I cinquestelle, dalle iniziali barricate, sono passati a posizioni decisamente più dialoganti nei confronti dell'ex presidente della Bce, dopo una lunga telefonata fra lo stesso Draghi e Grillo, in cui si è parlato anche di punti programmatici.
Qualsiasi scelta i leader 5s prenderanno - avverte però Casaleggio, sceso a Roma anche lui - dovrà essere messa ai voti online, sulla piattaforma Rousseau.
Davide Fifaco