"Abbiamo ribadito il concetto che quando e se si formerà un nuovo governo noi ci saremo sempre con lealtà", ha dichiarato il capo politico dei cinquestelle, Vito Crimi, al termine delle consultazioni con Mario Draghi, che ha aggiunto che il nuovo esecutivo deve avere "un'ambizione solidale, ambientalista, europeista. E partendo da quello che è stato già realizzato". Il movimento ha ribadito inoltre che non vuole si indeboliscano misure come il reddito di cittadinanza. Crimi ha concluso dicendo che serve superare quelle criticità che hanno portato alla fine del governo Conte bis.
Lo stesso Conte ha parlato fuori Montecitorio dopo le consultazioni ed ha affermato che bisogna sempre guardare il bene dell'Italia ed ha confermato di non avere nessun rammarico. Ha poi concluso di voler vedere se si creano le condizioni affinché il Paese sia messo in sicurezza al più presto.
Decisamente spiazzante, per i partiti che hanno fatto parte fino a qualche giorno fa della maggioranza dell'ex governo Conte, l'intervento di Matteo Salvini, che dopo aver conferito con Draghi ha spiegato: "noi non poniamo condizioni. Altri lo fanno, noi nessuna condizione né sulle persone né sulle idee. Il bene del paese deve superare l'interesse personale e partitico" aggiungendo: "noi siamo a disposizione, ciascuno deve rinunciare ad un pezzo di priorità per fare un tratto di strada insieme che non sarà lungo. Sull'immigrazione l'Ue ci chiede di difendere le frontiere, non penso dunque che sia questo un tema divisivo".
Parole che aprono quindi ad una maggioranza che va addirittura oltre al modello Ursula e che hanno visto reagire sia Beppe Grillo che il Partito Democratico.
Poco dopo la riunione con Draghi proprio Grillo ha infatti pubblicato un messaggio sui social in cui, inserendo la foto delle consultazioni con il premier incaricato, cita Platone e scrive: "Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l'insuccesso sicuro: voler accontentare tutti".
Da parte del Pd erano invece arrivate delle voci su un appoggio esterno a Draghi nel caso nel governo fossero coinvolti ministri leghisti, ma poco dopo è uscito un comunicato con le parole: "Sono totalmente infondate le notizie su orientamenti assunti su un eventuale appoggio esterno al governo. La posizione del Pd è stata votata dalla direzione nazionale all'unanimità e illustrata al professor Draghi".
Insomma, sembra ci siano ancora dei nodi piuttosto intricati da sciogliere. Lunedì e martedì si terrà quindi un secondo round di confronti. Lunedì mattina Draghi tornerà a incontrare tutti i gruppi parlamentari con due sole eccezioni: Fratelli d'Italia e Liberi e uguali.
Davide Fifaco