In Italia il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha inviato una circolare alle scuole invitandole “pur nella loro autonomia, a considerare giustificate le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico”. Una decisione che il ministro ha detto di aver preso in accordo con le le parti sociali e le diverse realtà associative impegnate nelle tematiche ambientali.
Un’iniziativa accolta tra le critiche da parte del mondo della scuola. In un’intervista rilasciata a Rainews Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, si è detto scettico sull’invito rivolto alle scuole dal ministro, visot che diventa difficile controllare l'effettiva partecipazione degli studenti alle manifestazioni, aggiungendo che sarebbe meglio incentivare la raccolta differenziata negli istituti di ogni ordine e grado.
Un atteggiamento che mette in risalto lo scetticismo ancora esistente in Italia da parte della società, nei confronti di questo movimento di giovani che dallo scorso 20 settembre stanno manifestando in tutto il mondo per chiedere che la politica inizia ad occuparsi attivamente per l’ambiente.
D’altronde qualche risultato il Friday
for future sembra iniziarlo ad ottenere con 66 Paesi, 102 città e 93 imprese che in questi giorno al summit sul clima a New York si sono impegnati a raggiungere zero emissioni entro il 2050 e il passo avanti della Russia, quarto maggiore inquinatore al mondo, che con una risoluzione del premier Dmitri Medvedev ha deciso di attuare l'accordo di Parigi, sostanzialmente ratificandolo.
Barbara Costamagna