Un’ora d’intervento per spiegare i fatti al centro di un’indagine della magistratura non è bastata placare le polemiche e gli attacchi contro il governatore della Lombardia Attilio Fontana, che oggi è intervenuto in Consiglio regionale a Milano.
Il governatore lombardo è indagato per frode in pubblica fornitura nell’ambito dell’inchiesta su una commessa da mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione alla società Dama, gestita dal cognato Andrea Dini, anch’egli indagato, e di cui la moglie del presidente, Roberta Dini, detiene una quota del 10 per cento.
La commessa era stata assegnata senza gara il 16 aprile, ma una prima fornitura di 50 mila camici sarebbe stata trasformata in donazione alla regione il 20 maggio: ad oggi però non c’è traccia di un atto ufficiale che attesti la donazione alla regione.
Fontana, sospettato dai magistrati di aver avuto un ruolo attivo nella vicenda, è stato coinvolto per un bonifico da 250 mila euro partito da un conto detenuto legalmente in Svizzera e destinato al cognato, ma bloccato dalla Banca d’Italia.
Il dubbio è che la fornitura sia stata precipitosamente trasformata in donazione per evitare un’inchiesta, e che il bonifico fosse una sorta di risarcimento, ma Fontana ha rigettato le accuse, assicurando che “Il mio coinvolgimento, se di coinvolgimento si può parlare, - non è nulla di più, nulla di meno se non che Regione Lombardia non ha speso un euro per i 50mila camici”. “Sono tuttora convinto che si sia trattato di un negozio corretto - ha detto riguardo la commessa -, ma poiché il male è negli occhi di chi guarda, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento”.
Ciò che ha fatto discutere però, è che i più di 5 milioni del conto di Fontana provengano da due trust aperti dieci anni prima alle Bahamas, emersi poi nel 2015 con la “voluntary disclosure”, procedura contestatissima dalla Lega, Le opposizioni continuano a chiedere le dimissioni del governatore. "Credo - ha detto il viceministro 5 Stelle allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni - che sia una situazione che mette in imbarazzo tutta la Lombardia e preoccupa tutti i lombardi".

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
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