“Gravi e reiterate violazioni del codice etico”. Con queste parole l’Associazione Nazionale Magistrati, la maggior organizzazione dei giudici italiani, ha espulso Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione ed ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura, indagato a Perugia per corruzione, e al centro di un’inchiesta sulle spartizioni delle cariche fra correnti interne alla magistratura.
Proprio giovedì scorso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella era intervenuto nel dibattito sulla corruzione all’interno della magistratura, invitando i giudici a “impegnarsi a recuperare la credibilità e la fiducia dei cittadini, così gravemente messe in dubbio da recenti fatti di cronaca”: a distanza di 48 ore, l’Associazione Nazionale Magistrati sembra aver risposto, decidendo, per la prima volta nella sua storia, di espellere un suo ex presidente.
Il Comitato direttivo centrale dell'Anm aveva anche respinto all'unanimità la richiesta di Palamara di essere ascoltato, approvando direttamente la richiesta del collegio dei probiviri di espellerlo. Lo stesso pm romano non aveva mai voluto presentarsi di fronte ai probiviri per chiarire la sua posizione.
Palamara però ha contrattaccato, alimentando la frattura interna alla magistratura e la tensione sulla vicenda, dichiarando che gli sarebbe stato “negato il diritto di parola come non succedeva nemmeno di fronte all'Inquisizione”. Palamara non ha negato delle responsabilità, ma ha sottolineato come la logica spartitoria facesse parte di un sistema di correnti che coinvolgeva buona parte della categoria: “Non farò – ha detto - il capro espiatorio di un sistema: dev'essere chiaro che non ho mai agito da solo, ognuno aveva qualcosa da chiedere, anche chi oggi si strappa le vesti” come, ha aggiunto, “alcuni componenti del collegio dei probiviri che oggi chiedono la mia espulsione” o “addirittura alcuni di quelli che siedono nell'attuale Comitato direttivo centrale”.
Pur non giustificando Palamara, anche il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Luca Poniz, ha però ammesso che il problema è più generale, con “una gigantesca questione morale” all’interno della magistratura.

Alessandro Martegani


Foto: MMC RTV SLO/Anm Twitter
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