Gabriele d’Annunzio, quando decise di costruire il proprio mausoleo nelle vicinanze della sua villa sul lago di Garda, scelse dieci amici, compagni di guerra e a Fiume, perché i loro resti circondassero la sua urna.
Su una di queste segnò il nome di Riccardo Gigante: sindaco di Fiume per 25 anni e senatore del Regno d‘Italia, che venne ucciso senza processo a Castua il 4 maggio del ’45, da un reparto jugoslavo e gettato in una fossa comune, dove recentemente sono stati rinvenuti i suoi resti, identificati grazie alla prova del DNA a cui si è sottoposto uno dei suoi discendenti.
Dopo essere stato trasferito lo scorso anno al Tempio Ossario di Udine oggi Gigante sarà sepolto a Gardone insieme agli altri compagni dell’impresa fiumana, rispettando così il volere del Vate e anche quello della sua famiglia.
Un’iniziativa della Fondazione Vittoriale e della Società Studi Fiumana, che non mancherà di sollevare polemiche da parte di coloro che sottolineano l’adesione di Gigante al Fascismo prima ed alla Repubblica Sociale Italiana poi, vedendo in lui uno dei simboli del regime in questa regione.
Barbara Costamagna