Gli exit poll prima, e le proiezioni sempre più consolidate dai risultati che via via sono arrivati nella notte, hanno confermato le previsioni della vigilia del voto e di tutta la campagna elettorale: il centro destra vince le elezioni politiche in Italia con più del 45 per cento, ottiene la maggioranza dei seggi sia alla Camera sia la Senato, e si prepara a guidare il paese.
Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, diventa la prima forza politica con il 26 per cento dei consensi, spianando di fatto la strada verso palazzo Chigi alla leader del partito, che potrebbe diventare la prima donna, ma anche la prima esponente di un partito che trae origine dal Movimento sociale e quindi dalla destra radicale, a guidare il governo in Italia. “Se saremo chiamati a governare la nazione – ha detto al leader di Fratelli d’Italia - lo faremo per tutti, per unire un popolo esaltando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide: non siamo – ha aggiunto - a un punto di arrivo, ma di partenza, e da domani dobbiamo dimostrare il nostro valore”.
Il partito di Giorgia Meloni ha compiuto un balzo simile a quello avuto dai 5 Stelle nel 2018, passando dal 4,3 al 26 per cento, e lasciando poco agli alleati. La seconda forza del centrodestra è la Lega, finendo però dal 17 del 2018 (senza contare il 30 per cento delle europee) sotto la soglia psicologica del 10 per cento: un risultato che con tutta probabilità aprirà anche una questione di leadership nel partito di Matteo Salvini. Ancor più giù Forza Italia, a cui non è riuscito il sorpasso interno sulla Lega, e si è fermata all’otto per cento, perdendo sei punti rispetto al risultato delle precedenti politiche.
I numeri assegnano in ogni caso una vittoria netta al centro destra, con successi significativi anche all’uninominale, ed esponenti in vista del centro sinistra rimasti esclusi in sfide chiave.
Il centro sinistra si ferma al 26 per cento, con il Pd seconda forza del paese: il partito di Enrico Letta guadagna leggermente rispetto al 2018, ma non sfonda il tetto del 20 per cento, obiettivo dichiarato, e non ha motivi per rallegrarsi. Gli alleati di Più Europa, verdi e sinistra, e il movimento di Di Maio, raccolgono insieme poco più del sei per cento, relegando il centro sinistra all’opposizione.
Recupera invece, rispetto alle previsioni, il Movimento 5 Stelle, che dimezza i voti presi nel 2018, passando da più del 32 per cento al 15, ma rimane il primo partito al sud, e diventa la terza forza politica del paese: paradossalmente si tratta di un successo per il partito di Giuseppe Conte, dato in caduta libera all’avvio della campagna elettorale.
Sotto l’otto per cento il terzo polo, formato da Azione e da Italia Viva: un risultato che potrebbe essere considerato positivo per un movimento alla prima esperienza alle politiche, ma che in non soddisfa Carlo Calenda e Matteo Renzi che puntavano a più del 10 per cento.
Un dato su cui le forze politiche dovranno ragionare, è però anche quello dell’affluenza: ieri ha votato solo poco più del 63 per cento dei cittadini, con un calo di oltre nove punti rispetto al 2018.
Alessandro Martegani