Foto: MMC RTV SLO/EPA
Foto: MMC RTV SLO/EPA

In Italia, previsto per giovedì e venerdì il secondo giro di consultazioni per la formazione del Governo.

Il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha quindi fissato la nuova tornata di colloqui; il primo giorno spazio ai partiti, il secondo ai presidenti di Camera e Senato, rispettivamente Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati ed al capo dello Stato emerito, Giorgio Napolitano.

Il Presidente ha scelto di accogliere per ultimi i 5 stelle perché il centrodestra non ha un gruppo parlamentare unico e quindi è stato inserito nella "casella" già prevista per la Lega, il gruppo parlamentare più forte della coalizione. Per consuetudine infatti l'ultimo partito sentito e quello più consistente dal punto di vista elettorale, quindi il Movimento, a cui spetterà l'ultima parola.

In questi ultimi giorni non sono però stati fatti dei grandi passi in avanti rispetto alla precedente consultazione, dopo le scintille tra Di Maio e Salvini e la scelta del Partito Democratico di rimanere sull'idea dell'opposizione.

Nelle ultime ore ha fatto capolino anche l'ipotesi di un terzo nome per uscire dalla palude dello stallo. Tra le ipotesi più accreditate quella di proporre Giovanni Maria Flick, ex presidente della Corte costituzionale nonché ministro nel governo Prodi, che viene considerato vicino al Movimento 5 stelle ma potrebbe essere digerito anche dal centrosinistra, in caso di un asse Pd-M5S.

Ipotesi rigettata però dello stesso Di Maio che pone il veto anche ad un premier terzo, spiegando che i nomi finora proposti sono di persone che non si sono candidate e che sicuramente in Europa avrebbe più credibilità un presidente del Consiglio che ha preso undici milioni di voti rispetto a chi ne ha presi zero.

Rimane la consapevolezza che anche il secondo giro di consultazioni potrebbe non bastare, con Mattarella che vorrebbe un governo insediato nel pieno dei poteri prima del Consiglio europeo del 28 giugno, quando i capi di Stato e di governo dovranno discutere di riforma dell'eurozona e del contestato Trattato di Dublino sui migranti.