Sembra che il trasporto aereo in Italia sia destinato a non spiccare mai il volo.
Un gioco di parole, che però riassume situazione del sistema aereo nel Bel Paese, con Alitalia in crisi praticamente senza soluzione di continuità da 20 anni, e anche le compagnie low cost messe ormai alle corde.
Nel giro di pochi giorni il paese ha dovuto assistere da una parte alla messa in liquidazione di Air Italy, vettore low cost in passato in predicato di entrare nel capitale di Alitalia, che ha annunciato di non poter più continuare mettendo a rischio 1400 posti di lavoro; dall’altra, mentre non si sblocca la trattativa sul futuro di Alitalia, la procura di Civitavecchia ha chiuso le indagini sulla gestione della compagnia di bandiera tra il 2014 e il 2017, nell'era Etihad, ipotizzando i reati di bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali, ostacolo alla funzione di vigilanza, falso in atto pubblico per 21 persone fra manager, funzionari ed ex componenti del consiglio di amministrazione della compagnia.
Un passo che mette in luce le responsabilità nella gestione di Alitalia, ma dubbi sulle capacità dei manager sono stati avanzati anche nel caso di Air Italy.
La compagnia low cost, che ha ereditato le strutture di Meridiana con il supporto di Alisarda e di Qatar Airways, ha dichiarato perdite per 200 milioni, costringendo il Governo a intervenire per evitare la liquidazione e salvare servizi e posti di lavoro. La ministra delle infrastrutture Paola De Micheli ha espresso “forte irritazione” per come è stata gestita la vicenda e per il mancato coinvolgimento delle istituzioni.
La prossima settimana il Governo ha fissato un nuovo incontro con liquidatori, sindacati e istituzioni. Intanto Ryanair, il colosso dei voli low cost, ha annunciato delle “speciali tariffe di salvataggio” su 11 rotte in 7 aeroporti italiani “per accogliere i clienti di Air Italy”, smentendo di essere interessata ad acquistare la compagnia.

Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO
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