Non cala la tensione nei porti italiani dove continua il braccio di ferro fra le organizzazioni non governative che si occupano di soccorrere i migranti nel Canale di Sicilia e il governo italiano, deciso a impedire gli sbarchi o perlomeno a trasferire i migranti nei paesi di origine delle ong.
A Reggio Calabria è approdata la nave Rise Above della ong Mission Lifeline, che è riuscita a sbarcare 89 migranti, dopo giorni davanti alla costa orientale della Sicilia in attesa dell'assegnazione di un porto, ma a Catania rimangono a bordo delle navi ormeggiate molte persone considerate “non fragili”.
A bordo della Humanity 1, rimangono 35 persone che hanno fatto richiesta di asilo, e la ong ha presentato ricorso, chiedendo lo sbarco immediato, ed è in preparazione un ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento che impone al comandante della nave di lasciare lo scalo con i migranti a bordo.
La situazione è tesa anche sulla Geo Barents, con proteste e richieste di aiuto dei migranti rimasti sulla nave, uno dei quali si è anche gettato in mare per raggiungere la riva.
Al largo delle coste siciliane c’è anche la Ocean Viking, nave della Ong Sos Mediterranee con 234 persone a bordo, ferma da 20 giorni in attesa di un porto sicuro.
Una situazione che sta provocando reazioni anche a livello europeo: la Commissione europea ha ribadito che gli Stati membri sono tenuti a dare un effettivo accesso alle procedure di asilo anche se le richieste vengono avanzate sulle navi in mare, mentre la segretaria di Stato francese agli Affari europei, Laurence Boone, che ha sottolineato all'omologo italiano, Raffaele Fitto “la necessità di applicare le regole del diritto internazionale riguardo le navi umanitarie” ricordando che “che la Francia è al fianco dell'Italia nel quadro del meccanismo di solidarietà europeo”.
Il presidente della Fondazione Cei Migrantes, mons. Gian Carlo Perego ha definito la situazione “drammatica, anticostituzionale e non rispettosa del diritto fondamentale al soccorso”.
Reazioni che però non sembrano poter mutare la linea del governo italiano: “Avanti così, l’Italia non sarà complice del traffico di esseri umani”, ha detto Matteo Salvini commentando la decisione di una ong spagnola di sospendere le attività in attesa di capire quale sarà l’atteggiamento di Roma in tema di sbarchi.
Alessandro Martegani