Con il sì degli iscritti al Movimento Cinque Stelle, interpellati sulla piattaforma Rousseau sul varo o meno del governo Conte bis, si spiana la strada per la formazione del prossimo esecutivo. Un esito netto, arrivato, però, con più di un'ora di ritardo, come d'altronde è già avvenuto in passato per altre consultazioni on line sulla Rousseau. Il 79,3% dei pentastellati , ha, quindi, promosso la proposta di un Governo giallo rosso guidato dal premier uscente Giuseppe Conte. Contrario il 20,7% dei 79 mila 634 votanti su 114 mila aventi diritto.
Secondo le ultime indiscrezioni otto dovrebbero essere i ministri in quota Cinque stelle, mentre sette sarebbero quelli del Partito democratico. Tra i nomi che circolano ci sono alcune riconferme come i ministri Grillo alla sanità e Bonafede alla Giustizia, mentre Di Maio dovrebbe sedere al dicastero degli esteri. A fargli da contrappeso il dem Franceschini che tornerebbe al ministero ai beni culturali con un ruolo, però, di primo piano nel nascente Governo. Il prefetto Mario Morcone, esperto di politiche migratorie, potrebbe essere invece il prossimo ministro dell'Interno e il dem Roberto Gualtieri all'economia, un nome che sancirebbe il ritorno di un politico alla guida di uno dei dicasteri più delicati per il sistema paese. Invece per quanto riguarda il ruolo di Commissario europeo si fa sempre più strada l'ipotesi di Paolo Gentiloni.
Concluso anche il lavoro di stesura del programma del Governo che contempla punti come il taglio dei parlamentari, la legge di bilancio 2020, con l'impegno a sterilizzare l'aumento dell'Iva, ma anche una collaborazione per rendere Roma "una capitale sempre più attraente per i visitatori e sempre più vivibile e sostenibile per i residenti".
Soddisfazione da parte dei Democratici e soprattuto da parte dei dirigenti dei Cinque stelle, in primis Luigi Di Maio, che ha ottenuto così l'avvallo dei loro elettori alla trattativa portata avanti in questi giorni.
Il leghista Matteo Salvini, ormai leader dell'opposizione, è subito intervenuto ribadendo la sua contrarietà al nuovo governo e la volontà di arrivare prima o poi al voto.
A questo punto il Presidente incaricato Giuseppe Conte potrebbe, secondo indiscrezioni, recarsi al Quirinale per sciogliere la riserva già in serata o al più tardi domani pomeriggio, quando dovrebbe essere più chiara la formazione del prossimo Governo.
Barbara Costamagna