Foto: BoBo
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"Non voglio vivere in un paese dove esiste ancora la schiavitù. Quindi da oggi farò tutto il possibile per bloccare questa piaga. Non lo dico solo da Ministro, ma da cittadino". Queste le parole di Gian Marco Centinaio, titolare del Dicastero delle Politiche agricole, alimentari e forestali nel Governo Conte, in un'intervista pubblicata dal Corriere della Sera. La testata meneghina stima in quasi 5 milioni il volume di del lavoro irregolare e il caporalato, tornato in prima pagina per via di due incidenti stradali avvenuti negli ultimi giorni nei quali sono morti 16 lavoratori stranieri.

"Non abbiamo votato la Legge sul Caporalato- chiosa il Ministro - perché ci sembrava il classico spottone del Governo. Vorrei adesso capire se questa legge consente alle aziende di operare contro il caporalato. Non trovo punti deboli, per questo vorrei confrontarmi con chi la legge la subisce sulla propria pelle. In sintesi - conclude Centinaio - c'è poca applicazione da parte delle aziende e poca iniziativa nel farla rispettare".

Un'inchiesta pubblicata da Internazionale illustra invece il meccanismo delle aste operate dalla grande distribuzione organizzata, che portano le grosse aziende a lavorare sottocosto perché vince l'offerta più bassa. Di conseguenza, ogni attore della filiera finisce per rivalersi su quello più debole. "Alla fine ci rimettono i lavoratori", denuncia Giovanni Mininni, segretario nazionale della Flai-Cgil. "Non si può pensare di eliminare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e del caporalato se non si interviene su tutta la filiera, perché la Gdo abbassa il prezzo a livelli quasi insostenibili per chi produce. Anche se non può essere una giustificazione - conclude Mininni -spesso i produttori risparmiano sulla pelle dei lavoratori, violando leggi e contratti".