Una cerimonia ridotta, celebrata nella basilica di san Pietro deserta, dove perfino gli officianti devono rispettare le distanze di sicurezza. Il coronavirus ha stravolto anche le celebrazioni della ricorrenza più importante del mondo cattolico: Papa Francesco ha celebrato una messa in versione ridotta, e ha rivolto il messaggio “urbi et orbi” dall’interno della basilica, e non dalla finestra del suo ufficio, che oggi si affaccia su una piazza san Pietro deserta e silenziosa.
“Gesù Cristo è risorto – ha detto Francesco –: questa buona notizia si è accesa nella notte, la notte di un mondo già alle prese con sfide epocali e ora oppresso dalla pandemia, che mette a dura prova la nostra grande famiglia umana”. “È un altro contagio che si trasmette da cuore a cuore, - ha aggiunto - perché ogni cuore umano attende questa buona notizia: è il contagio della speranza”.
Ieri sera il Santo Padre aveva presieduto la solenne Veglia Pasquale, anche in questo caso con una cerimonia ridotta. Francesco aveva invitato i fedeli e il mondo a non avere timore e a credere nel messaggio di rinascita che sta alla base della Pasqua, ma ha anche invocato la fine della produzione del commercio delle armi che alimentano le guerre, e la fine degli aborti.
Le celebrazioni religiose sono state annullate in tutto il paese che sta passando la ricorrenza in isolamento, strade e piazze deserte, pranzi nelle rispettive case, nessuna riunione di famiglia o visite a parenti e amici.
La situazione che stanno vivendo l’Italia e in generale il mondo è stata ricordata anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio inviato proprio a Papa Francesco. “Nel silenzio di Piazza San Pietro e della Basilica vuote di popolo, le cui immagini hanno toccato nell'intimo tutti, credenti e non credenti - ha detto il Capo dello Stato - particolarmente forte è risuonato l’invito ad abbandonare ogni illusorio egoismo e a vivere appieno il messaggio pasquale, percorrendo con coraggio la 'via del servizio”.
“In questo tempo di profonda inquietudine - prosegue Mattarella - Vostra Santità non ha fatto mancare a un'umanità sofferente la consolazione del Suo paterno accompagnamento, il sollievo della Sua concreta e generosa vicinanza, l'invito a compiere gesti di attenzione e di premura nei confronti di chi è nel bisogno sul piano affettivo, spirituale o materiale”.


Alessandro Martegani