Rapporti con l'Europa, ma soprattutto il futuro del governo: sono queste le incognite che s'incrociano nella politica italiana a due giorni dal voto europeo.
Il successo senza discussioni di Matteo Salvini e della Lega ha cambiato radicalmente gli equilibri nell'esecutivo e, nonostante le smentite della prima ora, non sono in molti a scommettere sul futuro del governo Conte.
Salvini per ora ha messo subito in chiaro di voler vedere approvati provvedimenti chiave, come il decreto sicurezza e l'autonomia delle regioni, ma è andato oltre, mettendo in discussione i parametri europei, puntando a un brusco abbassamento delle tasse.
Un vertice con gli alleati dei 5 Stelle è già stato convocato, ma sono proprio gli alleati della Lega in questo momento ad aver subito il contraccolpo più forte: con un consenso quasi dimezzato, e un'ormai evidente subalternità a Salvini, Luigi di Maio dovrà ora provare a tenere insieme la maggioranza, ma questo potrebbe comportare un'ulteriore emorragia di consensi verso la Lega, e la sua stessa leadership è ormai messa in discussione. Di Maio ha però già anticipato di non avere alcuna intenzione di rimettere in discussione il contratto di governo.
Uno dei motivi di contrasto però è proprio l'atteggiamento verso l'Europa: Salvini ha infatti già attaccato, in vista della lettera di Bruxelles in cui la commissione dovrebbe chiedere spiegazioni sul debito eccessivo, il primo passo per avviare l'iter della precedura d'infrazione, un'ipotesi non improbabile, anche alla luce del possibile ingresso dei liberali nella nuova maggioranza europea.
Una situazione in cui si gioca anche la partita interna al centro destra: Giorgia Meloni ha proposto apertamente una maggioranza alternativa con la Lega, escludendo però Forza Italia, che invece sottolinea come in Piemonte la coalizione di centro destra abbia ottenuto un risultato importante, e sia l'unica alternativa la governo Giallo verde. Più netto il segretario del Pd Nicola Zingaretti, per il quale, se cadesse il governo, l'unica soluzione sarebbe quella di tornare al voto.
Alessandro Martegani