Il Mes, il meccanismo europeo di stabilità, fondo che dovrebbe tutelare i paesi dell’area euro dai rischi di default e intervenire in caso di difficoltà del sistema finanziario pubblico bancario, rimane il punto critico dei rapporti nella maggioranza in Italia.
Anche il vertice convocato da Giuseppe Conte a Palazzo Chigi in vista del confronto parlamentare non ha dato esiti: dopo 4 ore di confronto Pd e 5 Stelle hanno confermato tutte le distanze, con il partito di Nicola Zingaretti che sostiene gli impegni presi del precedente governo, mentre i 5 stelle chiedono profonde modifiche all’accordo.
Al centro delle perplessità dei grillini, ma soprattutto di Lega e Fratelli d’Italia all’interno dell’opposizione, la possibilità per il fondo, in caso d’intervento, di chiedere profonde riforme e un piano di rientro che potrebbe portare anche alla ristrutturazione del debito, con i conseguenti rischi di speculazione sui titoli di stato dei paesi più a rischio e la destabilizzazione del sistema bancario.
Vista la tensione diffusa e la contrarietà dei 5 Stelle, Conte ha deciso di affidare la decisione definitiva sull'ok alla riforma al Parlamento: l'11 dicembre, in occasione delle comunicazioni del premier per il Consiglio europeo, sarà presentata una risoluzione di maggioranza, ma nel frattempo la posizione comune bisognerà trovarla, e per ora non c’è accordo nemmeno sul mandato al ministro dell’economia Roberto Gualtieri di valutare se sono possibili delle modifiche. Il Pd ha confermato la delega, mentre Luigi di Maio ha detto che "Nessuna luce verde è stata data a Gualtieri finché il Parlamento non si esprimerà”. L’unica cosa che il Ministro dell’economia sembra poter fare alla prossima riunione dell’eurogruppo è quindi manifestare le perplessità del paese.
Una situazione che somiglia molto a quella vissuta dal precedente governo su temi come la Tav o il voto per la nuova Commissione europea, che ha spinto il Premier Conte a riferire alle Camere nel pomeriggio, e che Matteo Salvini non ha esitato a sottolineare: “Mi auguro – ha detto – che i 5 Stelle, che l’hanno sempre pensata come noi sul Mes, non cambino nuovamente idea per salvare qualche poltrona”. Durissima anche Giorgia Meloni, ma il malumore sul Mes cresce anche fra i 5 stelle, tanto da far augurare a Gianluigi Paragone, senatore grillino contrario all’attuale esecutivo, che le “differenze macroscopiche che ci sono tra il M5S e il Pd - ha detto – facciano finire questo Governo”.
Alessandro Martegani