Sarà una strada tutta in salita e piena di ostacoli, ma perlomeno all’interno del Pd c’è un mandato chiaro: esplorare tutte le possibilità per costruire un governo di legislatura ad evitare le elezioni anticipate. La Direzione del Pd, riunita a poche ore dall’avvio delle consultazioni al Quirinale, ha infatti approvato un ordine del giorno che sposa la posizione del segretario Nicola Zingaretti affidandogli il mandato di aprire una trattativa per verificare la possibilità di "un governo di svolta per la legislatura", in "discontinuità" col precedente. “La direzione del Partito Democratico - ha detto Zingaretti al termine della direzione - per la prima volta dopo moltissimi anni ha votato dandomi un mandato all'unanimità, senza voti contrari o astensioni, un ordine del giorno molto chiaro: siamo pronti a riferire al Presidente Mattarella la nostra piena disponibilità a verificare le condizioni per un governo di svolta, utile a questo nostro paese in un momento difficile della sua vita democratica, economica e sociale”.
Zingaretti ha anche sottolineato come il Pd non voglia alcun “accordicchio sottobanco, ma una verifica alla luce del sole per costruire un programma possibile e condiviso da un'ampia maggioranza parlamentare”. “Verificheremo queste condizioni che - ha aggiunto - se non si realizzeranno, porteranno nel paese ad elezioni anticipate come abbiamo sempre detto”.
Fra le priorità del nuovo esecutivo, che dovrà però passare per un improbabile, perlomeno al momento, accordo con i 5 Stelle, che sembrano stare alla finestra per ora, Zingaretti ha indicato la prossima manovra di bilancio, ma il Pd guarda più avanti, e accetterà di trattare solo su un governo di legislatura, e non su esecutivi di transizione.
Non tutti però nel Pd sembrano sposare la linea del segretario, che aveva sottolineato il voto unanime sul documento: l’ala renziana, che controlla ancora i gruppi parlamentari, ha infatti escluso di poter far parte di un esecutivo con i 5 Stelle, prefigurando un appoggio esterno, che sarebbe anche l’anticamente di una nuova scissione nel Pd. Quella di un accordo fra 5 Stelle Pd, per quanto difficile, sembra essere al momento l’unica alternativa alle elezioni a ottobre, un’ipotesi su cui però Matteo Salvini si prepara a mobilitare le piazze, considerando le elezioni l’unica strada percorribile.
Temi che saranno sottoposti al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che sta per avviare le consultazioni al Quirinale, con gli incontri con il Presidente emerito Giorgio Napolitano, e i presidenti di Senato e Camera. Il programma dei colloqui durerà fino a domani, quando saliranno al Colle i gruppi parlamentari più consistenti, poi Mattarella deciderà se affidare un mandato esplorativo, si parla di un incarico al presidente della Camera Roberto Fico, o portare direttamente il paese al voto.
Alessandro Martegani