Lindsey Graham, presidente della commissione giustizia del Senato e uno degli alleati del presidente Trump, ha chiesto al premier Giuseppe Conte e a quelli britannico Boris Johnson ed australiano Scott Morrison di continuare a collaborare con “l’attorney general William Barr” nell’inchiesta sul Russiagate.
La richiesta nasce dopo la pubblicazione di un articolo sul New York Times, nel quale Barr è stato accusato di portare avanti “gli interessi politici personali del presidente”, cercando di smontare le accuse mossegli dal FBI. Nel caso sarebbero, infatti, implicate una serie di figure vicine a questi tre paesi, tutte collegare ad un sedicente prof. Mifsud che secondo Trump ed i suoi sarebbe un agente segreto occidentale che lavorava per la CIA o l’FBI e che avrebbe ordito un complotto “deep state” per ostacolare la sua elezione.
Un’interpretazione totalmente divergente da quella emersa nelle conclusioni dell’inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller. Su questo tema è entrato a gamba tesa anche Matteo Renzi, che se da un lato in un’intervista telefonica ha teso la mano al Pd sul piccolo cuneo fiscale, dall’altro ha invitato Conte a spiegare tutto sul caso Russiagate, chiedendogli di cedere la delega ai Servizi segreti ad un professionista.
Barbara Costamagna