Il sogno di ricostruire il nuovo grande centro sembra già svanito: quella che fino a pochi mesi fa sembrava un’evoluzione naturale dell’alleanza fra Carlo Calenda e Matteo Renzi, la creazione di un partito unico che assorbisse Azione e Italia Viva, è diventata una strada sempre più in salita, fino una rottura che al momento sembra difficilmente recuperabile.
Alla base dei dissidi in un rapporto che, a dire la verità, è sempre stato se non conflittuale, perlomeno molto vivace fra i due, ci sono le ultime decisioni di Matteo Renzi, che nel giro di pochi giorni ha annunciato, pare senza consultare l’alleato di aver accettato il ruolo di direttore editoriale del giornale “il Riformista”, e ha fatto chiaramente capire che, anche e si formerà un nuovo partito, non intende sciogliere Italia Viva.
Decisioni che sono state commentate con ironia e durezza dagli esponenti di Azione e dallo stesso Carlo Calenda, soprattutto su Twitter, diventato una sorta di arena di confronto fra due esponenti politici che, anziché alzare il telefono e parlarsi, preferiscono evidentemente scambiarsi battute ad effetto sui social.
I motivi del dissidio sono però più antichi, in gran parte anche personali (i due si erano già scontrati quando facevano parte dello stesso governo con Renzi Premier e Calenda ministro dello sviluppo economico), e sono esplosi con il nuovo risultato negativo uscito dalle urne, che più che prefigurare una nuova DC, o un polo moderato, hanno relegato alla subalternità il Terzo polo, che qualcuno chiama già quarto, visto che la coalizione è rimasta sotto l’8 per cento alle politiche, si è fermata al 4,25 alle regionali in Lombardia, ed è precipitata in Friuli Venezia Giulia al 2,75, superata anche dai No Vax,.
Malumori che sono emersi anche nel corso dell’incontro che avrebbe dovuto pianificare il percorso verso il partito unico, e approvare un documento a riguardo, e che invece si è risolto con un nulla di fatto: lo scontro riguarda la divisione delle spese, ma anche la richiesta di Renzi di sciogliere i due partiti solo dopo l’elezione del segretario della nuova forza, e quella di Calenda di non tenere più la Leopolda, l’appuntamento annuale di confronto politico organizzato da Renzi.
E che i rapporti fra Renzi e Calenda siano ai minimi termini lo dimostrano anche gli scambi di battute e accuse seguite all’incontro, naturalmente su Twitter: “Matteo Renzi hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente Questa volta lo 'stai sereno ' non ha funzionato. Fine” ha scritto Carlo Calenda. “Nessuno ha mai pronunciato quelle frasi. – ha replicato Renzi - Qui c'è il testo pronto: vuoi firmare o preferisci di no? Nessuna fregatura, guarda il documento sul serio”.
Alessandro Martegani