Dopo settimane di campagna elettorale passate, a dire la verità, in sordina, a mezzanotte è scattata la tregua elettorale in Italia. Al voto sono chiamati tutti gli elettori italiani, più di 50 milioni, per votare i cinque referendum sulla giustizia, ma si vota anche per le elezioni amministrative in 950 comuni: 142 sopra i 15 mila abitanti, 26 sono capoluoghi e quattro, Catanzaro, Genova, L'Aquila e Palermo, sono anche capoluoghi di regione.
In Friuli Venezia Giulia andranno al voto 33 comuni, quattro dei quali, Gorizia, Monfalcone, Codroipo e Azzano Decimo, con popolazione superiore a 15 mila abitanti.
Si tratta di un test seguito dalle forze politiche anche in vista dell’appuntamento del prossimo anno con le elezioni nazionali: la campagna elettorale, partita quasi in maniera clandestina, si è infiammata nell’ultima settimana, coprendo fra l’altro anche quel poco di spazio che è stato dato ai pur importanti referendum sulla giustizia, protagonisti di una campagna elettorale pressoché inesistente, tanto da far parlare il leader della Lega, il partito che più si è mosso su questi temi, Matteo Salvini, di una congiura del silenzio.
I quesiti rimasti dopo le esclusioni da parte della Corte costituzionale, che lo scorso febbraio aveva cassato i referendum sull’eutanasia e sulla possibilità di coltivare cannabis, sono cinque. Agli elettori si chiede di pronunciarsi sull’abrogazione di parte della legge Severino, che prevede l'incandidabilità, l'ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del governo e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi, sulla separazione delle carriere fra magistrati requirenti e giudicanti, sul cambiamento del metodo di elezione del Csm, sulle modalità di carcerazione preventiva e sulle valutazioni dei magistrati da parte dei Consigli giudiziari.
Argomenti molto tecnici che, accanto a una campagna elettorale a dir poco in sordina (in molte città non sono nemmeno stati affissi i manifesti dei comitati referendari), rischiano di far fallire le consultazioni che per essere valide dovranno vedere la partecipazione di almeno il 50 per cento dei votanti, poco più di 25 milioni, una quota che sembra complicata da raggiugere, considerando il fatto che nove milioni voteranno anche per le amministrative.
Le urne in ogni caso saranno aperte alle 7:00 di domani mattina e sarà possibile votare fino alle 23:00, in una sola giornata; lo spoglio dei referendum inizierà subito dopo al chiusura dei seggi, mentre per le amministrative bisognerà attendere lunedì pomeriggio.
Alessandro Martegani