Al termine del tavolo tecnico svoltosi alla Camera, Salvini e Di Maio, hanno diffuso note distinte in cui parlano di "sostanziali passi avanti". I due hanno inoltre chiesto - e ottenuto - più tempo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al fine di definire più rapidamente la composizione del futuro Esecutivo, il capo dello stato ha lasciato margine fino a lunedì.
Luigi Di Maio ha sottolineato che ci sono moltissime convergenze, su immigrazione oltre che flat tax e reddito di cittadinanza, l'arco temporale per realizzarle è il 2019.
Con la Lega i pentastellati hanno parlato pure della giustizia delle pensioni, il conflitto di interessi e della Legge Fornero, la riforma partorita ai tempi del governo Monti e che Di Maio quanto Salvini, come sbandierato in campagna elettorale, puntano a cancellare - le opzioni sul tavolo sono due: superamento o modifica.
Al momento c'è il rebus sul nome del premier, si va verso un terzo nome. Un escamotage per uscire dallo stallo politico, infatti pare meno probabile l'ipotesi di una staffetta da Di Maio e Salvini a Palazzo Chigi. L'alternativa sarebbe quella di una persona d'alto profilo, esterna alla politica di palazzo, ma se ciò avvenisse, non è escluso che i due leader si smarchino dall'Esecutivo; entrambi stanno infatti riflettendo pure su un'eventuale ruolo esterno alla compagine governativa.
Oggi comunque il capo politico del M5S e il segretario della Lega dovrebbero rivedersi per chiudere entro domenica la lista dei ministri.