"Ci sono troppe infrastrutture bloccate dal ministero dei Trasporti. Bisogna aiutare la gente a viaggiare e non bloccare porti, aeroporti, ferrovie, tunnel, autostrade. Il vero problema è il blocco di centinaia di opere pubbliche", queste le parole di Matteo Salvini ai giornalisti a Firenze. A chi domandava se chiederà un rimpasto di Governo Salvini ha risposto: "Non è questione di rimpasto, se uno fa il ministro ai blocchi stradali, noi siamo al governo per sbloccare le strade, non per bloccarle".
Al vicepremier leghista ha subito risposto il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli: "Vengo da un tavolo di crisi, da un decreto salva imprese che permette a decine di piccole e medie imprese, per lavori già fatti, di non fallire; vengo dall'inaugurazione di un cantiere al tribunale di Caltanissetta, che cadeva a pezzi e sta riaprendo dopo anni di nulla. Dire che io sono il ministro dei blocchi stradali è come dire che Salvini è un ministro che non blocca le ONG".
Luigi Di Maio afferma invece che "il trambusto intorno al governo è legato al taglio dei parlamentari" ed aggiunge: "ma ve li immaginate senza poltrona mentre si cercano un lavoro come tutte le persone normali? È quindi chiaro che, chi vuole buttarci giù, è chi vuole restare nella preistoria per tenersi stretto il suo posto a Roma".
Intanto il governatore del Veneto Zaia difende il progetto dell'autonomia, spiegando che non si creerà un Paese di serie A ed uno di serie B, ma che invece i cittadini avranno risposte celeri e avranno ridotte le catene decisionali.
D'accordo anche il presidente della Camera Roberto Fico, per il quale l'autonomia regionale non deve dividere il Paese, non deve lasciare il Sud nella condizione economica in cui si trova ma deve essere un'autonomia che dà qualche potere in più alle Regioni.
Davide Fifaco

Foto: Reuters
Foto: Reuters