Mario Draghi ha iniziato le consultazioni con i partiti ed i gruppi parlamentari che dovrebbero portarlo a formare il nuovo governo. Se tutto andrà bene gli incontri si concluderanno sabato e successivamente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo nominerà formalmente presidente del Consiglio.
Tra i gruppi con cui Draghi ha già avuto un colloquio anche con quello da poco formatosi degli Europeisti che tra i rappresentanti include la senatrice della minoranza slovena, Tatjana Rojc. Quest'ultima ha introdotto al premier incaricato proprio il tema delle minoranze linguistiche, valutato con attenzione dall'ex presidente della Bce, a parere della stessa Rojc. Gli Europeisti hanno poi spiegato di auspicare che nasca un governo politico e che i ministeri non siano composti solo da tecnici apartitici.
Comunque, nelle ultime ore attorno a Draghi si sono formati diversi consensi. Dopo esser stato visto con favore, fin da principio, da Partito Democratico ed Italia Viva, anche da Forza Italia arriva un deciso sì ad un esecutivo guidato dall'ex esponente della banca centrale. Sembra inoltre esserci un'apertura anche da parte del Movimento 5 Stelle e da una parte della Lega, che vorrebbe appoggiarlo.
Una fetta importante dei pentastellati non vuole però accettare l'idea di votare la fiducia a Draghi e lo stesso Grillo ha raccomandato di difendere al tavolo l'agenda Conte.
Il leader leghista Salvini invece sottolinea che il premier incaricato dovrà scegliere tra le richieste grilline e quelle del carroccio, che sono le une il contrario delle altre, più tasse o meno tasse. Intanto i gruppi del centrodestra si presenteranno divisi ai colloqui.
Inoltre, anche l'ex premier Giuseppe Conte ha voluto precisare di non essere assolutamente "un sabotatore" e tantomeno "un ostacolo" al nascente esecutivo.
Di particolare interesse, ora, capire le intenzioni di Forza Italia ed Italia Viva.
Berlusconi guiderà personalmente la delegazione azzurra e parlerà lui con Draghi; da ricordare che fu lo stesso presidente di Forza Italia ad indicarlo come governatore alla Banca centrale europea, tra i due c'è quindi una pregressa conoscenza.
Matteo Renzi ha invece dichiarato di non credere possibile un fallimento di Draghi nella formazione del governo.
Nel frattempo, il Quirinale segue con molta attenzione l'evoluzione della situazione e registra un moderato ottimismo sulla possibile soluzione della crisi. Mattarella ha inoltre molto apprezzato le parole di Conte sulla scelta di Draghi prima che quest'ultimo iniziasse le consultazioni.
Davide Fifaco