In Italia, oggi, la Camera procederà al voto finale sul disegno di legge costituzionale per ridurre il numero dei deputati, da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200. Previsto inoltre il taglio dei seggi dei deputati, da 12 a 8 e dei senatori, da 6 a 4, eletti all'estero. L'unico gruppo contrario al taglio è Più Europa; a favore dovrebbero schierarsi anche i deputati del gruppo misto e del Partito Democratico (previste però delle defezioni), che dopo tre voti contrari abbandona la coerenza per mantenere il patto di governo. Anche Forza Italia voterà a favore. Con la riforma, che prende il nome dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro del Movimento 5 Stelle, muterà il rapporto numerico di rappresentanza: alla Camera 1 deputato per 151.210 abitanti (oggi 96.006), a Palazzo Madama 1 senatore per 302.420 abitanti (ora 188.424). Per passare, pena l'azzeramento, la riforma deve ottenere 316 voti. Nei successivi tre mesi, se approvato, il testo può essere sottoposto a referendum confermativo.
Come ha sottolineato il relatore Giuseppe Brescia, sempre del Movimento 5 Stelle, è il progetto "più atteso e promesso degli ultimi decenni, scelta obbligata per restituire credibilità alle Istituzioni".
Sono sedici i deputati che si sono iscritti a parlare nel dibattito, oltre al relatore ed al rappresentante del governo: nessuno di loro è della Lega. I leghisti potrebbero decidere di non votare il provvedimento per differenziarsi e per protesta contro l'assegnazione del reddito di cittadinanza all'ex br Federica Saraceni. Per il momento, peraltro, nessun deputato della Lega è presente in Aula. Il dibattito si protrarrà per l'intera giornata.
La riforma che taglia i parlamentari avrà ripercussioni che potrebbero essere oggetto di critiche da parte delle regioni medio piccole, Trentino Alto-Adige, Liguria, Marche, Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Sardegna ed il vicino Friuli Venezia-Giulia, che, specie al Senato, non potranno più eleggere parlamentari di tutte le opposizioni, visto il sistema tripolare. Nello specifico, nella vicina regione il numero di eletti alla Camera passerà da 13 a 8 ed al Senato da 7 a 4.
La variazione percentuale del taglio degli eletti è simile ma non uguale per tutte le regioni. Non ha toccato la Val D'Aosta che avendo già un solo parlamentare non potrebbe scendere a zero, mentre l'altra regione piccola, il Molise, ne perderà uno su tre.

Davide Fifaco

Foto: Wikipedia/wikipedia
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