Foto: Radio Capodistria/Reuters
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Partiti in fibrillazione in vista del secondo giro di consultazioni, calendarizzato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dal Colle precisano che sia solo protocollare la decisione di sentire per ultimo il Movimento 5 Stelle e che in questo non vi sia alcuna indicazione sulla volontà di affidare un incarico ai grillini per la formazione del Governo.

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sembra preoccupato dalle diffidenze e dalle tensioni che da giorni animano i partiti impegnati nella formazione del Governo. Finora i dialoghi tra le compagini politiche non sono andati bene. Tra Movimento 5 Stelle e Lega si stanno perfezionando alcune idee comuni sul programma, ma non si sblocca in nessun modo la questione Berlusconi e nemmeno la rivalità tra Salvini e Di Maio per la presidenza del Consiglio.

A complicare la situazione la posizione del Partito Democratico, apparentemente corteggiato dai 5 Stelle ma anelato anche dai berlusconiani; da verificare se il diktat di Renzi di rimanere all'opposizione verrà rispettato. Non sono pochi i dem che vorrebbero l'accordo con i grillini. Scontato che Mattarella nutra poche speranze di poter affidare venerdì un incarico e probabilmente nemmeno un pre-incarico.

Anche l'ipotesi di un terzo giro di consultazioni non è gradita al Presidente della Repubblica, visto che l'opinione pubblica inizia a criticare lo stallo messo in scena finora dai partiti.

Le soluzioni più quotate attualmente sono due. La prima è quella di inventare una parentesi simile alla “commissione di saggi per le riforme” usata nel 2013 da Napolitano per guadagnare un paio di settimane, dopo il forfait di Bersani.

La seconda, invece, contempla la possibilità di affidare un mandato esplorativo, delega fiduciaria che generalmente si dà ai presidenti di Camera o Senato, situazione in cui si ritrovò nel 1996 Antonio Maccanico dopo le dimissioni del Governo Dini, che ebbe questo incarico da Scalfaro, per varare un esecutivo di larghe intese.

La speranza di Mattarella è che i partiti riflettano sulle esigenze del Paese, aprendo un dialogo formale in Parlamento per trovare finalmente una soluzione che sblocchi l'attuale impasse.