"In Italia non arriva proprio nessuno. I porti rimangono chiusi, sbarrati", ha dichiarato il ministro italiano degli Interni Salvini riguardo all'apertura, sotto determinate condizioni, del ministro del Lavoro. "È giusto che Di Maio parli e che dica il suo pensiero, va benissimo che parlino pure Fico e Di Battista e che si discuta tra di noi, ma in materia di migranti quello che decide sono io". Ha ribadito Salvini. Il vicepremier leghista ha invece rinnovato il suo impegno a fermare le partenze dai paesi d'origine. "Lavoro per non far partire le donne, i bambini e tutti gli altri dai loro Paesi, e per evitare il rischio che muoiano nel deserto o nel Mediterraneo". Continuano le tensioni interne anche per quanto riguarda il Decreto Sicurezza. Se dal canto suo Di Maio ha assicurato che i sindaci pentastellati applicheranno il Decreto perché è una legge dello Stato, Salvini non ha usato mezzi termini nel definire i primi cittadini contrari al provvedimento, incapaci di gestire le proprie città. "Per me la polemica non esiste, c’è una legge dello Stato, firmata dal presidente della Repubblica, applicata dal 99 per cento dei sindaci". Ha dichiarato il ministro degli Interni nel corso di un incontro elettorale a Chieti, ricordando ai comuni l'obbligo di rispettarla. "Io vado avanti, sono convinto di fare gli interessi degli italiani, degli immigrati regolari perbene e dei profughi veri". Ha osservato Salvini, rinviando al mittente le critiche mosse da alcuni sindaci che avevano annunciato di non voler applicare le norme del Decreto Sicurezza perché ritenute anti-costituzionali.


Danijel Konestabo

Foto: MMC RTV SLO/Reuters
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