Nessuna manovra correttiva, niente nuove tasse e soprattutto nessun aumento dell'Iva. Nonostante la crescita molto debole ed il debito salito di mezzo punto rispetto alle previsioni di appena qualche mese fa, il governo continua a rassicurare sul rispetto degli impegni presi con Bruxelles, puntando sui nuovi cantieri e la riforma del fisco per rafforzare il Prodotto Interno Lordo. Il vero confronto in maggioranza si è avuto sulla Flat Tax, che è entrata nel testo del Def senza l'indicazione numerica di due aliquote, al 15 ed al 20 per cento. La volontà è quella di ridurre la pressione fiscale al ceto medio già dalla prossima manovra. Palazzo Chigi rende noto che la crescita per quest'anno è prevista ad uno 0,2%, molto lontana dall'1,5% preventivato lo scorso settembre ed anche dall'1% fissato prima di Natale. Secondo il documento, per vedere il debito scendere sotto il 130% bisognerà attendere il 2022, mentre la disoccupazione è attesa all'11% nel 2019 e all'11,1% l'anno prossimo. Il ministero del Tesoro sottolinea come il quadro tracciato rappresenti un sentiero di crescita ed inclusione programmato rispettando i vincoli dell'Ue. Nel documento trovano inoltre spazio gli approfondimenti sui provvedimenti-cardine del governo, fin qui adottati, ovvero il reddito di cittadinanza e Quota 100. Sul fronte della crescita, al primo si attribuisce un beneficio di 0,2 punti percentuali di Pil e al secondo un effetto nullo. Per l'occupazione, la stima è che il Reddito porti 260mila occupati in più e nella Pubblica amministrazione si stima un turnover del 35% per quest'anno. "Vince il buon senso", ha commentato alla fine il vice-premier Di Maio. Resta comunque la necessità di rivedere l'intero meccanismo di detrazioni e deduzioni.
Davide Fifaco