Foto: Reuters
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Il presidente italiano del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso delle Comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio dell'Unione Europea, in programma domani, ha voluto sottolineare la valenza politica e l'importanza del momento, visto che fra 5 mesi si terranno le elezioni europee che daranno segnali chiari sui temi prioritari per il Vecchio continente.

Il premier, parlando nell'Aula della camera in vista dell'incontro con il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, ha precisato che a Bruxelles non porterà il libro dei sogni, ma lo spettro completo del progetto di riforme del governo. Conte ha precisato che ci sarà un confronto sui numeri, con la consapevolezza che la manovra risponde alle esigenze del Paese ma entro i vincoli voluti dall'Europa.

Il presidente del consiglio ha aggiunto che "accanto alle misure a sostegno di lavoratori ed imprese”, la manovra contiene le “risposte urgenti ai bisogni dei cittadini” con misure “di equità sociale necessarie e sostenibili. L'eventuale scostamento del deficit non è a cuor leggero ma per realizzare gli obiettivi” chiesti dai cittadini con “prepotente urgenza”.

Parlando dell''incontro ha poi precisato che "al Consiglio europeo si dovrà tenere in considerazione l'orizzonte politico di un'Europa in rapida evoluzione, dove è sempre più chiara esigenza dei cittadini di poter contrare su istituzioni sempre più attente all'equità. Per questo puntiamo a una Europa più equa e più sicura. Guardiamo con profondo rispetto al dibattito democratico" in corso a Londra "ma allo stesso tempo a poco più di tre mesi" dalla Brexit, c'è "l'esigenza che l'uscita del Regno Unito dalla Ue avvenga in maniera ordinata, per offrire chiarezza e certezza a molti cittadini e imprese italiane coinvolte". Sulla questione dei richiedenti asilo il premier ha precisato che chiederà ai partner europei una gestione della migrazione veramente europea. L''onere degli sbarchi non può gravare solo sui Paesi d'arrivo". "Occorre avere un coordinamento europeo: sui salvati in mare, serve uno sforzo congiunto, quindi una reale redistribuzione in cui i Paesi si facciano carico di sforzo condiviso, non lasciando soli i Paesi d'arrivo".