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22 miliardi di capitalizzazione in fumo in una sola giornata e lo spread che ha fondato anche la soglia dei 280 punti base. Per ora sono queste le prime reazioni dei mercati alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che contiene una previsione di deficit al 2,4 per cento, contro l'1,6 concordato con l'Europa, peraltro dopo una lunga e non facile trattativa nella precedente legislatura.
L'obiettivo della manovra, che ha portato il Movimento 5 stelle e Lega sull'orlo della rottura con il ministro dell'economia Tria, sostenitore invece di una linea molto più prudente, è liberare 27 miliardi di euro per realizzare alcune promesse elettorali, come il reddito di cittadinanza, la riduzione delle tasse per le imprese, la riforma delle pensioni, accanto a una serie d'investimenti sulle infrastrutture. Lega e 5 Stelle parlano di una manovra storica, che "eliminerà la povertà dal paese", e puntano sulla quota d'investimenti per rilanciare l'economia del paese, ma per ora le cifre rimangono preoccupanti. La crescita è inferiore al previsto, e la fine dell'acquisto sistematico di titoli di Stato da parte della Bce rischia di far schizzare in alto la spesa per interessi, aumentando ulteriormente il debito del paese.
Gli analisti finanziari sono preoccupati soprattutto dalla composizione della manovra, che ha liberato fondi prevalentemente per voci di spesa corrente, ma Lega e 5 Stelle sembrano determinati a lanciare una sfida ai mercati e all'Europa: "Ora parte l'interlocuzione con l'Ue e con i grandi investitori privati e non abbiamo intenzione di andare allo scontro" ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, "le preoccupazioni sono legittime ma vogliamo ripagare il debito".
Le perplessità di Bruxelles però sono evidenti: "Voglio continuare il dialogo con le autorità italiane, dicendo che rispettare le regole non è per noi, ma è per loro, - ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, che a metà mese dovrà valutare la manovra. "Quando un paese si indebita – ha aggiunto - , si impoverisce: ogni euro in più per il debito è un euro in meno per le autostrade, per la scuola, per la giustizia sociale".