Il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg, dopo le proteste di ieri per la protratta chiusura del confine con L’Italia, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Il Corriere della sera dove ha cercato di stemperare i toni, tentando di alleggerire lo scontro in corso con Roma.
“Quello che abbiamo fatto è solo un primo passo verso il ristabilimento della libertà di viaggiare in Europa”, sostiene il ministro ribadendo che quella dell’Austria non è una decisione contro l’Italia. “Siamo nella stessa situazione di Svizzera e Slovenia”, ricorda Schallenberg che evita però di confermare la data del 15 giugno come possibile termine previsto per la riapertura, dicendo che si dovrà concordare qualsiasi decisione con il Ministero della Salute.
Il ministro austriaco paventa anche la possibilità di “un’apertura selettiva” alle regioni con buoni numeri della pandemia, in modo da venire incontro alle insistenti richieste della provincia autonoma di Bolzano.
Nessuna rassicurazione, quindi, da parte del governo austriaco, che in pratica non abbandona la sua posizione di chiusura nei confronti dell’Italia, confermando un atteggiamento poco collaborativo, dietro al quale per molti si nasconde la volontà di trattenere il più possibile i turisti a casa propria.
Novità dovrebbero giungere la prossima settimana, quando secondo il ministro il quadro dovrebbe essere più chiaro. Intanto gli Schuetzen hanno inscenato lo scorso 2 giugno quella che loro hanno definito una "performance" con dei cartelli lungo i confini provinciali con la scritta "Verrückt nach Süden" che ha un doppio significato, ovvero "pazzo per il sud", ma anche "spostato a sud", rivendicando le loro posizioni filo austriache.
Barbara Costamagna